Secondo i dati Crif, la richiesta di Mutui nel primo trimestre 2025 è aumentata del 22%, merito dei tagli dei tassi da parte della BCE.
Oggi un mutuo a tasso variabile sta diventando molto più conveniente di un finanziamento a tasso fisso; la motivazione è la situazione globale, compresi i Dazi di Trump e una Banca Centrale Europea che è praticamente costretta a tagliare i tassi, più di quanto non voglia ammettere. Lo scenario sembra tutto a favore di una politica monetaria più accomodante, ma questo non significa che accendere un mutuo a tasso variabile sia così conveniente come gli analisti vogliono far sembrare. O almeno, non si tratta di una scelta adatta a tutti. Il problema sorge, infatti, quando il cittadino entra in una banca per chiedere un finanziamento.
Presto i mutui variabili saranno più convenienti di quelli a tasso fisso. Ma è davvero così?
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Al momento, si stima che l’Euribor continuerà a scendere per tutto l’anno, fino ad arrivare al di sotto del 2%. I Mercati finanziari reagiscono tempestivamente alle incertezze economiche, e oggi c’è la questione Dazi che innesca ampia preoccupazione per quanto riguarda la crescita nell’eurozona. Almeno nel breve periodo. Le banche, naturalmente, non stanno a guardare e nonostante le previsioni di ulteriori tagli dei tassi da parte della BCE prediligono l’offerta di promozioni sui finanziamenti a tasso fisso.
Per fare un esempio pratico, nell’ultimo anno l’Euribor è sceso di oltre 150 punti. Nel mese di marzo, il TAN medio dei mutui (20-30 anni) a tasso variabile si aggirava intorno al 3,69%, segnando un -1,15% rispetto all’anno precedente. Un risparmio tangibile fino a 20 mila euro sull’intera durata del finanziamento. Se, come ipotizzato dagli esperti, le banche diminuiranno gli spread applicati ai mutui variabili, entro la fine di quest’anno diventeranno molto più convenienti dei mutui a tasso fisso. Ma c’è un “ma”.
Mutui, quali sono i pericoli a cui fare attenzione
Le politiche economiche sono sempre volatili, e oggi più che mai. Quando si entra in una banca e si chiede un finanziamento per acquistare la casa, si deve prendere una decisione che varrà per molti anni: la media dei mutui si attesta oggi intorno ai 100-150 mila euro, con una durata media di 20 anni. Ma da un report di MutuiOnline.it è emerso che “il 99,6% delle richieste di mutuo nel primo trimestre 2025 riguarda ancora formule a tasso fisso“. Nel 2024, poi, la richiesta di surroga è aumentata del 19,6% rispetto all’anno precedente. Segnali, questi, che indicano la volontà di ottenere un finanziamento senza rischi, e che molti più clienti si sono accorti di aver stipulato un finanziamento poco conveniente.
- Non bisogna poi dimenticare che un contratto di mutuo è composto da decine e decine di pagine. Purtroppo, in alcuni casi si rischia di firmare e accettare condizioni di cui non si conosce nemmeno l’esistenza o peggio ancora l’importanza. Ad esempio la cosiddetta clausola “floor” che permette alla banca di stabilire un limite minimo alla discesa dei tassi. Che dunque penalizza in caso di molti tagli, come è accaduto ad esempio nell’ultimo periodo. Oppure a clausole vessatorie, o all’obbligo di accensione di assicurazioni (“se non fai l’assicurazione non ti concedo il mutuo”) e altre formule che nel tempo possono costare molti soldi.
Quando si entra in un istituto di credito, quindi, bisogna chiedersi non solo quali siano le proprie esigenze e disponibilità economiche, ma anche chi ci troviamo di fronte. Le banche, esattamente come tutte le altre tipologie di attività commerciali, vendono prodotti. È sufficiente chiedersi: “io venderei un prodotto che avvantaggia il cliente e non la mia cassa?”. Chi lavora in una banca sa benissimo come andranno le cose in futuro, o quantomeno ha accesso a molte più informazioni rispetto ai potenziali debitori. Ognuno è esperto nel proprio settore, in fondo. Fattore da ricordare assolutamente, soprattutto quando ci si impegna in un debito che sarà lungo almeno 20 anni.