Chi assiste un familiare non più autosufficiente ha diritto ad aiuti di diversa natura. Ogni mese può chiedere di allontanarsi dal luogo di lavoro per qualche ora o per intere giornate. Probabilmente non tutti sanno che oltre ai 3 giorni l’INPS concede altri congedi retribuiti entro 2 mesi dalla richiesta. Inoltre è possibile godere di alcune agevolazioni relative alla sede lavorativa per avvicinarsi quanto più possibile alla residenza del disabile. A ciò si deve aggiungere l’opportunità di fruire di importanti sgravi fiscali in caso di acquisti necessari ai bisogni speciali del soggetto con invalidità.
Relativamente invece alla retribuzione mensile ricordiamo che i familiari e i titolari di Legge 104 hanno sempre diritto a questi 3 assegni in busta paga. Conoscere a fondo i propri diritti significa anche evitare il rischio di eventuali abusi da parte del datore di lavoro.
I lavoratori che quindi prestano cure e assistenza ad un genitore o ad un parente incapace di badare a se stesso ricevono tutele e aiuti statali. Allo stesso tempo devono però rispettare obblighi e divieti che la normativa vigente impone. In caso di violazioni arrivano talvolta multe inaspettate ai furbetti dei permessi Legge 104 che li utilizzano impropriamente. Non sono rari i casi in cui il lavoratore sfrutta le assenze dall’impiego a proprio piacimento e per finalità estranee alle esigenze peculiari del soggetto non autosufficiente. I titolari di Legge 104 possono infatti ricevere sanzioni pecuniarie di oltre 5.000 euro dall’Agenzia delle Entrate se commettono errori.
Multe inaspettate ai furbetti dei permessi Legge 104 che con questi controlli INPS potrebbero perdere persino il lavoro
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Non è detto che ci sia malafede in chi non usa i permessi lavorativi per i motivi e secondo le modalità previste dalla normativa. Così come, secondo quanto chiarisce la sentenza 54712/16 della Corte di Cassazione, non si ha obbligo di assistenza continuativa. Il che equivale a dire che non si deve necessariamente spendere l’intera durata del permesso al fianco del familiare disabile. Ciò nonostante vi sono alcune attività che non risultano affatto compatibili con la destinazione d’uso dei permessi retribuiti.
Non si può ad esempio sfruttare il congedo per recarsi in vacanza con la famiglia. In tal caso la condotta del lavoratore andrebbe a ledere gli interessi dell’azienda. Inoltre l’utilizzo improprio delle assenze si configura come una truffa ai danni dello Stato. In tali casi scattano sanzioni pesantissime per indebita percezioni di agevolazioni governative. Allo stesso modo la Corte di Cassazione ha dichiarato lecito l’assunzione di un investigatore per verificare la condotta del beneficiario dei congedi della Legge 104.
Preme inoltre sottolineare che i controlli investigativi possono avvenire non solo in presenza di un comportamento illecito del lavoratore. L’azienda ha facoltà di assoldare un’agenzia investigativa anche se semplicemente vi è il sospetto di un uso improprio dei permessi. Non è infine da escludere il rischio che a queste condotte illecite segua il licenziamento del dipendente. L’interruzione permanente del contratto lavorativo può tuttavia avvenire sempre nel rispetto delle norme che disciplinano il licenziamento per giusta causa.