Meglio non mormorare e trattenersi dal lamentarsi perché la misura che sta per entrare in vigore potrebbe rappresentare solo l’anteprima. Non si esclude infatti il ricorso a decisioni ancora più drastiche. Quindi è bene conoscere e rispettare le nuove norme di buon comportamento in tema di energia altrimenti ci attendono tempi peggiori.
I numeri
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Dal prossimo 1° maggio iniziano le novità che comprendono, tra le altre cose, multe fino a 3.000 euro. I condizionatori non devono andare sotto i 25 gradi per tutta l’estate e per il prossimo inverno il termostato non dovrà superare i 19-20 gradi. I primi ad essere coinvolti saranno le strutture pubbliche quali uffici, scuole e Comuni. Restano esclusi al momento ospedali, cliniche e case di cura. La disposizione governativa mira a raggiungere un taglio di 4 miliardi di metri cubi di gas fino alla fine dell’anno in corso. L’obiettivo in sé non è irraggiungibile se, a voler essere ottimisti, tutti rispettassero le disposizioni.
La criticità
La feritoia può essere rappresentata dagli edifici per così dire evasori, che non mettono in pratica quanto deciso a livello governativo. In preda allo stremo da calura che ormai d’estate si stabilizza sui 40° circa, potrebbero mettere mano al termostato e abbassare oltre i limiti consentiti. Ci saranno dei controlli per i furbetti del termostato. Le multe possono variare da un minimo di 500 euro ad un massimo di 3.000 euro.
Multe fino a 3.000 euro per i furbetti del termostato, dal primo maggio il via ai limiti per condizionatori
Torneranno le fasce e le zone in cui sarà divisa l’Italia. Così per le abitazioni private del Nord sarà diverso per chi vive a Reggio Calabria o a Trapani. Ad esempio, le città del Settentrione potranno accendere i riscaldamenti già dalla metà di ottobre e a seguire in ordine crescente verso le zone più temperate. Gli ultimi a premere sul termostato saranno i condomini siciliani che avranno l’ok per i riscaldamenti a partire dal 1° dicembre. E, manco a dirlo, è vietato superare i 20 gradi. E dobbiamo prepararci anche a città e strade più buie. Infatti, pare il Governo stia valutando la possibilità di accendere meno lampioni e per meno tempo. E qui davvero viene il magone. Vedere città semi-spente di notte fa un po’ specie.
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