Chi ha problemi di salute e ha bisogno di sottoporsi a terapie e trattamenti sanitari ha diritto ad assentarsi senza subire tagli sullo stipendio. Allo stesso modo il familiare che presta assistenza ad un genitore non più autosufficiente o ad un parente con disabilità. E in particolare sono queste le patologie che danno diritto all’aspettativa retribuita e ad ulteriori 18 mesi di congedo. Chi soffre di malattie croniche che limitano lo svolgimento di attività quotidiane e professionali gode di alcune facilitazioni e particolari tutele.
Pertanto il titolare di Legge 104 che ha una ridotta capacità lavorativa o il familiare che lo assiste può ottenere dei giorni di permesso retribuito. Ma come tuttavia l’orario di lavoro risulta organizzato in più turni è possibile chiedere una modifica della turnazione? In sostanza, i permessi della Legge 104 spettano anche sabato e domenica o in giorni rossi e turni di notte?
Può dunque il lavoratore che gode dei benedici della Legge 104 rifiutare i turni notturni o chiedere l’esonero per i giorni festivi? E soprattutto può il datore di lavoro negare al dipendente la facoltà di assentarsi senza commettere un illecito? Chi ben conosce la normativa in merito sa che familiari e titolari di Legge 104 hanno sempre diritto a questi 3 assegni in busta paga. E che pertanto il datore di lavoro è tenuto a retribuire il dipendente anche durante il periodo di congedo. D’altronde conviene conoscere le disposizioni legislative perché scattano multe di oltre 2.500 con i permessi Legge 104 per chi non rispetta questo divieto. Il Decreto legislativo 151/2001 chiarisce che il lavoratore con Legge 104 non ha l’obbligo di svolgere attività lavorativa durante i turni notturni.
Multe di oltre 2.500 euro con i permessi Legge 104 per chi non rispetta questo divieto
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In base alle disposizioni della Legge 66/2003 il datore di lavoro che non si attiene alla normativa rischia l’arresto da 2 a 4 mesi. In alternativa è tenuto a pagare sanzioni che partono da 516 euro e possono arrivare a 2.582 euro. Il datore di lavoro commette infatti un reato nella misura in cui obbliga il dipendente con Legge 104 a prestare servizio durante i turni di notte. Ciò tuttavia nella misura in cui il lavoratore abbia comunicato almeno 24 ore prima dell’inizio del turno il suo rifiuto al lavoro notturno. Pertanto è necessario che il dipendente presenti una comunicazione scritta relativa al rifiuto di svolgere il turno di notte.