Multe da 5.000 € a chi con Legge 104 commette questi errori sui permessi lavorativi

Multe da 5.000 € a chi con Legge 104 commette questi errori sui permessi lavorativi-Sede INPS-proiezionidiborsa.it

Attenzione massima attenzione da parte del Fisco nei confronti di quanti compiono dichiarazioni riguardanti situazioni tutelati dalla Legge 104.

Poter accedere a questa tutela è un importante presidio. Il nostro ordinamento tutela i destinatari tramite incentivi di natura fiscale così come in ambito lavorativo e sociale. A titolo di mero esempio possiamo ricordare gli incentivi per l’acquisto dell’auto destinata al loro trasporto: l’esenzione dal versamento del bollo, l’IVA agevolata al 4% anziché al 22% come invece generalmente previsto. Poi esiste la possibilità di usufruire di sconti ogni volta che si fa rifornimento presso alcune delle più importanti e diffuse stazioni di servizio. Ma anche di ottenere un’IVA agevolata su certi prodotti per la casa. Eppure bisogna fare massima attenzione perché ci sono multe da 5.000 € a chi con legge 104 commette errori madornali. Questo, non solo quando compilano erroneamente la dichiarazione sostitutiva unica ma anche quando ad esempio non utilizzano debitamente il permesso usufruito in nome della stessa legge.

Possibile anche il licenziamento

La normativa e le sentenze riguardanti l’applicazione ed il rispetto della veridicità delle dichiarazioni relative alla legge 104 sono tendenzialmente e giustamente rigide. Queste riguardano generalmente il contenuto delle informazioni prestate con la Dichiarazione di Sostituzione Unica (il documento ISEE da produrre e da cui discende la dichiarazione dei criteri che danno diritto alle erogazioni della legge 104).

Ma i controlli e le successive accuse possono derivare anche dal non idoneo impiego dei permessi lavorativi. L’INPS ed il datore di lavoro privato o pubblico, possono effettuare dei controlli anche tramite investigazione (agenzia di investigazione). Il licenziamento per giusta causa rappresenterebbe allora una conseguenza possibile. Questo è avvenuto per la sentenza della Cassazione 29613 del 2017 ad esempio. In quella sentenza in seguito ad una investigazione eseguita dal datore di lavoro era emerso che il lavoratore anziché assistere il destinatario di legge 104 compiva addirittura un’altra attività lavorativa.

Ne era seguito il licenziamento ed il risarcimento del danno.
Questo può avvenire anche per quanti impiegano la giornata di permesso per far fronte solamente in parte ad i propri doveri di assistenza, visto che potrebbero anche incorrere in sanzioni economiche molto pesanti. È il fulcro della Sentenza della Corte di Cassazione, la 5574 del 2016. Un lavoratore aveva usufruito delle giornate di permesso concesse per prendersi cura di un parente destinatario di Legge 104. Ma questo era avvenuto per una percentuale di tempo decisamente inferiore rispetto alla piena giornata.

Multe da 5.000 € a chi con Legge 104 commette errori madornali

L’accusa può diventare allora quella di indebita percezione di provvidenze pubbliche mediante false dichiarazioni. Il che significa che se il vantaggio percepito è pari o inferiore a euro 3.999,96 si applica la sanzione amministrativa del pagamento di una somma di denaro da 5.164 a 25.822 €. Nei casi più gravi è prevista la condanna penale. Insomma, oltre alla massima correttezza formale e sostanziale della dichiarazione di sostituzione unica e riguardante la condizione del richiedente, il tempo relativo al permesso lavorativo è sotto stretta osservazione da parte di INPS e datori di lavoro.

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