Multa fino a 665 euro e sospensione della patente fino a tre mesi per il conducente del veicolo che commette questa infrazione del Codice della Strada

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Di recente si era affrontato il tema delle sanzioni amministrative inflitte da apparecchi automatici. In particolare, molto comuni sono le multe in cui incorrono gli automobilisti a causa dei c.d. T-red e autovelox. Questi sono apparecchi elettronici di cui si serve la Forza Pubblica per accertare le infrazioni del Codice della Strada.

Fermarsi con il semaforo rosso prima di essere un regola imposta dall’articolo 41 del Codice della Strada è una norma di prudenza fondamentale. Impegnare un incrocio stradale senza fare attenzione alle precedenze è un comportamento davvero rischioso. Tanto per la persona che commette l’illecito quanto per le vittime della violazione.

Le indicazioni della giurisprudenza

Infatti, l’articolo 142 del Codice della Strada sanziona in maniera piuttosto pesante il passaggio dell’automobilista con il semaforo rosso. Prevede sempre una multa fino a 665 e la sospensione della patente fino a 3 mesi quando il conducente commetta questa infrazione due volte nell’arco di due anni.

La grande maggioranza delle volte, il passaggio con il rosso dell’automobilista viene accertato tramite il sistema automatico del T-red. Entro il termine previsto dalla legge le multa arriverà a casa del trasgressore che sarà tenuto a pagare la relativa sanzione. Come noto è possibile ricorrere contro le sanzioni inflitte dalla Pubblica Amministrazione. In particolare in caso di violazioni del Codice della Strada si può ricorrere al Prefetto oppure al giudice competente.

Multa fino a 665 euro e sospensione della patente fino a tre mesi per il conducente del veicolo che commette questa infrazione del Codice della Strada

Per fare un ricorso e avere delle speranze di far annullare il provvedimento bisogna conoscere il funzionamento del T-red. Quando il semaforo diventa rosso si accendo due fotocellule collocate prima e dopo la linea di arresto dei veicoli.

Queste fotocellule registrano il passaggio dell’auto e una telecamera scatta due diverse foto. La prima quando il veicolo oltrepassa la linea di arresto, la seconda quando impegna l’incrocio. La giurisprudenza ritiene che l’infrazione si concretizza quando il veicolo impegna l’incrocio.

Per questo non è sufficiente una singola foto dove si vede il veicolo, a cui è contestata l’infrazione, superare di poco la linea di arresto. Serve anche la seconda foto dove si veda chiaramente che il veicolo ha impegnato l’incrocio. È quanto ribadito dalla Corte di Cassazione con la sentenza 6988 del 2022.

La foto che fa davvero fede, cioè, è la seconda. Se l’automobilista ritiene di non avere impiegato l’incrocio, pur essendosi fermato oltre la linea di arresto, può dunque fare ricorso. La Pubblica Amministrazione che ha installato i T-red ha per altro l’obbligo di legge di esibire le foto che provano l’infrazione. Questo consente all’automobilista di valutare se con la fermata in ritardo non ha, effettivamente, impegnato l’incrocio.

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