I contributi che si versano nell’arco della vita lavorativa sono indispensabili per poter accedere al pensionamento. Tanti più anni di versamento si hanno e tanto più alto è l’importo della pensione che spetta. In alcuni casi, però, i versamenti contributivi servono per raggiungere il diritto al trattamento. E se non si raggiunge un determinato limite non si avrà diritto alla pensione. Per il lavoratore dipendente il versamento dei contributi è assolto dal datore di lavoro. Ma cosa accade se l’azienda non versa parte dei contributi? Multa fino a 1.032 euro e 3 anni di reclusione sono le pene inflitte al datore di lavoro inosservante. Ma vediamo nel dettaglio.
Omessi contributi da parte del datore di lavoro
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L’articolo 2115 del Codice Civile prevede proprio che sia il datore di lavoro a versare i contributi. L’azienda, quindi, ha l’obbligo non solo di pagare la retribuzione mensile al lavoratore, ma anche di versare la contribuzione INPS. Una parte dell’onere è sostenuta dal lavoratore con trattenute in busta paga. Un’altra parte, invece, è sostenuta direttamente dall’azienda. Ed è il datore di lavoro, con modello F24, a dover versare sia la sua quota che quella del lavoratore all’INPS.
Se il datore di lavoro non versa i contributi le conseguenze sul lavoratore sono a breve e lungo termine. In caso di licenziamento, infatti, il dipendente cui non sono stati versati contributi avrà problemi anche a richiedere la NASPI. Nel lungo periodo, invece, come abbiamo accennato le conseguenze si hanno sul diritto e la misura della pensione.
Multa fino a 1.032 euro e 3 anni di reclusione per il datore di lavoro che omette questo pagamento
Ma le conseguenze dell’omesso versamento contributivo non le ha solo il dipendente. Anche il datore di lavoro, infatti, corre dei rischi e sanzioni sia a livello civile che penale. La sanzione civile scatta nel momento che l’azienda non versi i contributi entro la scadenza prevista. In questo caso la sanzione è pari al tasso BCE aumentato del 5,5%.
In caso, invece, di omesso versamento per il datore di lavoro si configura un reato penale di dolo generico. Se l’omesso versamento è di importo superiore ai 10.000 euro annui il datore di lavoro rischia la reclusione fino a 3 anni e una multa fino a 1.032 euro. Se l’importo omesso è inferiore, invece, rischia una sanzione amministrativa che va dai 10.000 ai 50.000 euro. In ogni caso, è questo va sottolineato, l’azienda non è punibile se provvede al versamento delle somme entro 3 mesi dalla contestazione.
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