Il pagamento elettronico nei negozi ormai è diventato una realtà ben diffusa. Grazie alle reti cellulari sempre più rapide, non è raro trovare i POS per pagare con carta anche dai venditori ambulanti o nelle fiere. La transizione dal pagamento in contanti a quello digitale è iniziata ormai anni fa, con il Governo guidato da Mario Monti. Regole, norme, nuove procedure si sono avvicendate nel corso di un decennio. Il percorso arriva a un compimento quest’anno, quando dal 30 giugno entreranno in vigore le nuove sanzioni economiche previste dalle normative. Chi non accetterà pagamenti elettronici sarà infatti sanzionato con una multa da 30 euro in su. La nuova norma sarebbe dovuta entrare in vigore dal primo gennaio 2023, ma il governo guidato da Mario Draghi ha deciso di premere sull’acceleratore.
La regola fu inserita infatti già nel primo decreto PNRR: le multe erano dunque già in programma, ma arriveranno in anticipo di sei mesi sulla tabella di marcia. Quali sono i rischi, quindi, per chi rifiuta un pagamento con carta o bancomat? La redazione di ProiezionidiBorsa lo spiegherà nel dettaglio in questo articolo.
Multa da 30 euro in su per chi non si adeguerà a questa nuova normativa sui pagamenti dal 1 luglio
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La multa è da 30 euro, ma c’è una maggiorazione del 4% dell’importo della transazione per cui è stato rifiutato il pagamento elettronico. Una doppia sanzione, in sostanza. Entro il 30 giugno tutte le attività dovranno adeguarsi, anche perché non c’è alcun limite minimo di importo per singola transazione. Ciò vale anche per chiunque possa ricevere pagamenti elettronici. Il pagamento col POS potrà dunque essere effettuato con qualsiasi somma. Questo a differenza di quanto previsto finora dalla legge, che dieci anni fa aveva introdotto un primo tetto di 30 euro. Questo minimo di spesa era stato abbassato a cinque.
La vera novità è che, finora, non era prevista alcun tipo di sanzione a carico degli esercenti che si rifiutavano di accettare pagamenti elettronici. Il percorso della nuova norma non finisce qui, ovviamente. In Parlamento ci si dovrà confrontare con la grande quantità di provvedimenti contenuta nel testo del decreto, all’interno della quale è prevista anche la nuova norma sui POS. Il testo, se verrà approvato, dovrà essere convertito in legge entro sessanta giorni. Ovviamente l’iter procedurale può subire ritardi e slittamenti dovuti ai soliti “trucchetti”: il voto di fiducia, in primis, che farebbe decadere tutti gli eventuali emendamenti. Certo è che il clima nelle varie commissioni non è sereno, con scontri continui sull’argomento contante tra i vari partiti che compongono la maggioranza.
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