L’anno 2020 sarà ricordato come l’anno nero per le pensioni, dato che non potranno aumentare.
La grave crisi finanziaria ed economica legata all’ormai super noto Covid 19 avrà anche effetti duraturi sul futuro delle pensioni italiane che saranno liquidate nei prossimi anni.
Su fronte delle pensioni come sempre cattive notizie.
PIL Italia per anno 2020: -8,9%.
A seguito dell’acquisizione definitiva dei dati relativi al PIL italiano per l’anno 2020, -8,9%, il montante retributivo relativo alla quota B della pensione resterà fermo al palo.
Montanti contributivi fermi al palo per l’anno 2020
Spieghiamoci meglio, le future pensioni saranno calcolate o col metodo misto o puro contributivo.
Quelle liquidate col metodo misto avranno due quote: la prima denominata A calcolata con metodo reddituale e quella B col metodo contributivo. Il metodo contributivo viene effettuato attraverso il montante di ogni singola somma versata sulla posizione individuale INPS.
Questo montante viene rivalutato anno per anno in base all’andamento del PIL nazionale su medie mobili di cadenza quinquennale.
L’incremento del montante pensionistico per l’anno 2020 a seguito del crollo del PIL, non potendo essere negativo, sarà uguale a 1.
Quindi tutte le pensioni liquidate per il futuro saranno ovviamente più basse, dato che il valore del montante è rimasto fermo per l’anno 2020 e lo resterà anche successivamente.
Anche l’aumento del PIL per l’anno 2021 non potrà compensare la perdita dell’anno precedente.
Questo vuol dire in pratica che i montanti contributivi non aumenteranno e che le pensioni resteranno ferme
In entrambe le due tipologie di pensioni: miste o pure, la quota contributiva non crescerà dato che è ferma al palo e questo significa pensioni più basse per tutti nel futuro.
Tra 12 anni tutte le pensioni saranno liquidate con il metodo contributivo. Per evitare pensioni veramente misere sarebbe opportuno che lo Stato faccia dei provvedimenti ad hoc per renderle più dignitose.
Per adesso di tali provvedimenti non ve ne sono avvisaglie all’orizzonte
Tutta l’attività è concentrata su quota 100 o 102 o sulla reintroduzione delle pensioni anticipate che costano all’erario un vero patrimonio. E come sempre, questo gravoso onere sarà fiscalizzato. In questo modo si favoriranno quei soggetti che già sono avvantaggiati, in quanto potranno godere di una quota A della pensione rilevante a discapito di tutti gli altri che andranno solo con la quota B.
Tutti vogliono abolire “lo scalone” delle riforma Fornero, ma in questo modo chi andrà in pensione nei prossimi anni vedrà il suo assegno sempre più basso.
Per concludere sulla questione dei Montanti contributivi fermi al palo per l’anno 2020, alla fine si dovranno introdurre norme emergenziali. Come quella del governo Berlusconi, che portò tutte le pensioni ad un minimo di un milione. Provvedimento varato dal secondo governo Berlusconi con la 448/2001, finanziaria per l’anno 2002.
Sono passati appena 20 anni e siamo punto e capo un’altra volta.