Il Buono Ordinario del Tesoro gode della garanzia dello Stato, un rendimento spesso positivo e in più prevede altri due vantaggi. Uno è dato dalla breve durata dell’investimento, l’altro lo scopriremo nelle prossime righe.
Non è raro il caso di avere la disponibilità di piccole e, soprattutto, lecite somme di denaro che pongono il problema di come gestirle. Portarle con sé o nasconderle in punti strategici entro le mura domestiche?
Nel primo caso è oggettivamente difficile comprendere la ratio dell’andare in giro con qualche migliaia di euro in tasca per paura di subire un furto in casa. Non meno agevole e sicura risulta essere l’altra alternativa.
Vediamo allora come dipanare la matassa. Scopriremo che è molto meglio avere 5.000 euro su questo titolo di Stato anziché ingegnarsi sul dove e come nasconderli.
Il rischio di avere soldi in contanti in casa
Indice dei contenuti
Come gestire 2, 3 o 5mila euro in contanti a casa che serviranno per una spesa da sostenere da lì a breve o frutto di un pagamento e/o di piccoli risparmi domestici?
Una possibile fonte di rischio risiede nel tanto temuto e non remoto furto in casa. Si pensi a chi vive da solo oppure ai nuclei familiari per molte ore fuori casa per motivi di studio e lavoro.
A seguire ecco l’inflazione, che rende perdente la scelta della liquidità in sé. Un discorso particolarmente valido sui periodi non brevi e/o per somme non proprio esigue. Nel 2022 il carovita si è mangiato poco oltre l’8% del potere d’acquisto. Tradotto, al 31 dicembre scorso 5mila nascosti in casa a gennaio dello stesso anno hanno perso all’incirca 400 euro in termini reali. Una mazzata, insomma.
Molto meglio avere 5.000 euro su questo titolo di Stato fino a 12 mesi invece di tenerli fermi e liquidi
Una possibile alternativa potrebbe essere il conto in banca, che tuttavia quasi mai è completamente gratuito. Tra spese di tenuta conto, imposta di bollo e inflazione, la scelta di parcheggiare i soldi sullo strumento si rivela onerosa.
Sempre in termini di parcheggio di breve termine, tuttavia, ecco il BOT a rendimenti spesso positivi. Si tratta di un titolo di Stato generalmente emesso a 3, 6, 9 o 12 mesi che oltretutto è anche abbastanza scambiato sul mercato. Morale, alla breve durata di vita dello strumento si aggiunge anche la relativa facilità di vendita anticipata dello strumento sul mercato secondario (il MOT).
La compravendita del bond prevede l’apertura del conto titoli (se non già disponibile) e il pagamento di una commissione all’intermediario, di norma una banca. Infine sugli interessi maturati si applica la ritenuta fiscale del 12,50%.
Pertanto è bene valutare anche l‘incidenza delle spese fisse e variabili sull’esito finale dell’operazione (specie per i capitali di esigua entità).
Quanto rende lo strumento oggi alle varie scadenze?
In ultimo vediamo i potenziali guadagni su diversi orizzonti temporali.
Ad esempio il BOT con scadenza il 14 aprile 2023 scambia a 99,42 centesimi. Considerato che tra 3 mesi circa il Tesoro lo rimborserà a 100 di valore nominale, il rendimento lordo è dello 0,583%.
Il bond con codice ISIN IT0005497323 scade invece il 14 giugno e quota a 98,98 centesimi. In tal caso il guadagno lordo sale all’1,030%.
Infine il BOT con scadenza a 10 mesi (14 novembre) scambia a 97,52 e rende il 2,543% lordo.