Se c’è qualcosa a cui è difficile rinunciare a tavola è certamente una buona bottiglia di vino. Ci si tiene molto perché fa parte della tradizione e, oramai, il suo gusto è quasi diventato come una proprietà privata del nostro palato. Ci rechiamo, perciò, volentieri al supermercato quando si tratta di prendere la nostra bottiglia. Sebbene l’acquistiamo fiduciosi, tuttavia, moltissimi ignorano il numero enorme d’additivi utilizzati per alcuni vini che non sono dichiarati in etichetta.
Una grande varietà
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Una volta al supermercato ecco come fare per riconoscere subito un buon vino. Sull’etichetta della bottiglia potremo trovare le informazioni più importanti. Se è un nero o bianco, la gradazione alcolica, la zona di produzione, se contiene solfiti e naturalmente la marca. Sembra che sia tutto qui, invece, se si considera il processo di vinificazione delle uve, potremmo restare sbalorditi di quanto manchi su quell’etichetta.
Moltissimi ignorano il numero enorme d’additivi utilizzati per alcuni vini che non sono dichiarati in etichetta
In effetti da quando l’uva comincia il suo processo per diventare vino, si aggiungono diverse sostanze per sostenere e migliorare la vinificazione. Il fatto che non siano dichiarate in etichetta dipende solo dal Regolamento europeo che non le rende obbligatorie. Gli unici che secondo le normative vigenti devono essere dichiarati obbligatoriamente sono i solfiti e solo se superano i 10 mg per litro.
Tuttavia, sono diverse le sostanze che si possono aggiungere al vino, se si vuole. Prendiamo come riferimento i vini biologici che sono già in qualche modo vini a cui si presta particolare attenzione. Ecco le sostanze che è possibile inserire:
Acido citrico, Acido L + tartarico, Acido L-ascorbico, Acido lattico, Acido metatartarico, Albumina d’uovo, Anidride solforosa (solfiti), Batteri lattici, Bentonite. Bisolfito di potassio, Metabisolfito di potassio, Bicarbonato di potassio, Carbonato di calcio, Caseinato di potassio, Caseina, Carbone enologico. Citrato di rame, Colla di pesce, Cloridrato di tiamina, Biossido di silicio, Scorze di lieviti, Gelatine, Gomma arabica. Fosfato di diammonio, Cremor di tartaro, Lieviti secchi attivi (LSA), Proteine di origine vegetale. Chips di legno di quercia, Mosto concentrato, Mosto concentrato rettificato, Enzimi per l’attivazione della pectinasi, Solfato di rame, Tannini enologici, Tartrato neutro di potassio.
I vini ordinari
Per i vini normali non biologici si possono aggiungere, oltre a quelli elencati sopra, anche: Bicarbonato di potassio, Bisolfito di ammonio, Carboximetilcellulosa (CMC), Gomma di cellulosa (CMC), Chitina-Glucano, Chitosani. Enzimi beta glucanasi, Lisozima, Mannoproteine dei lieviti, Metabisolfito di potassio, Polivinilpolipirrolidone (PVPP), Solfato di ammonio.
I biodinamici e quelli naturali
Se cerchiamo dei vini vinificati in purezza, allora bisogna dirigersi su due categorie. I vini fatti con le regole dell’agricoltura biodinamica. Questa prevedrebbe solo l’utilizzo di 4 sostanze come Albumina d’uovo, Anidride solforosa (SO2), Bentonite e Carbone enologico.
Ci sono i vini detti “naturali” che utilizzerebbero esclusivamente delle quantità minime di Anidride solforosa (SO2).
Ognuno poi sceglie i vini che corrispondono meglio alle sue preferenze e ai suoi gusti.