Molti pensano che questa decisione della scuola riguardo ai nostri figli sia legittima e incontestabile, in realtà in questi casi è vietata dalla legge

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Si sente spesso dire che l’Amministrazione Pubblica stia diventando sempre più un’azienda. La legge ha cercato negli ultimi anni di implementare nell’Amministrazione le logiche di efficienza proprie del settore privato. Questa trasformazione è riuscita in modi e con risultati molto diversi a seconda dell’Ente Pubblico considerato. Sicuramente tra i soggetti pubblici diventati quasi imprenditori l’esempio più eminente è quello delle scuole.

Questo risultato è figlio probabilmente, da un lato, dell’ordinamento particolarmente autonomo che le scuole possono darsi. Dall’altro, ha molto aiutato l’immissione di giovani tra le file dei nuovi dipendenti e direttivi. Si pensi alla recente figura del Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi (DSGA). Gli ultimi concorsi per questa figura, di nuovo conio, hanno portato freschezza e mentalità giovane nella gestione degli istituti scolastici.

Molti pensano che questa decisione della scuola riguardo ai nostri figli sia legittima e incontestabile, in realtà in questi casi è vietata dalla legge

Ad ogni modo, la relativamente ampia libertà organizzativa, insieme con l’impostazione maggiormente imprenditoriale della gestione delle scuole, hanno portato allo sviluppo di un dibattito serrato su temi importanti. Si pensi, ad esempio, alla diffusione della settimana corta. Si tratta della ripartizione dell’orario scolastico su cinque giorni, invece dei classici sei. Questo anche per le scuole secondarie, tanto di primo quanto di secondo grado. La decisione sull’adozione della settimana corta è rimessa alla autonomia gestionale degli istituti scolastici.

La diffusione della settimana corta ha sviluppato un serrato dibattito tra scuole, docenti e famiglie. Infatti, la settimana corta presenta vari vantaggi e svantaggi. Tra i vantaggi troviamo sicuramente, intanto, il risparmio economico. Infatti, tenere attive le classi un giorno in meno determina una riduzione rilevante delle spese dell’istituto. Abbiamo anche un’organizzazione più semplice e omogenea del personale scolastico, con una turnazione spesso più semplice. I ragazzi ottengono, poi, un giorno non scolastico aggiuntivo a settimana.

La decisione del TAR

Tra i contro, le famiglie devono organizzarsi per non lasciare i figli, eventualmente troppo piccoli, soli a casa anche di sabato. Le molte ore a scuola, poi, possono abbassare la concentrazione dei ragazzi, rendere più difficile lo svolgimento dei compiti o delle attività extrascolastiche. Molti pensano che questa decisione della scuola sia legittima e incontestabile, invero la settimana corta non è sempre la soluzione migliore. Il TAR Puglia è intervenuto sul tema con un recente provvedimento.

Ha annullato la decisione di una scuola di utilizzare la settimana corta quando questa non prenda in considerazione le esigenze di famiglie e alunni con disturbi specifici. Infatti, un eccessivo carico di ore scolastiche, rispetto ad alunni che presentano disturbi dell’apprendimento, può creare loro grandi difficoltà e disagi. Questo sia dal punto di vista educativo che psicologico. La difficoltà di rimanere concentrati per molte ore può, infatti, comportare gravi problemi a questi alunni. Dunque, le scuole, nell’esercizio della loro autonomia, dovrebbero considerare in modo più elastico le problematiche specifiche di alunni e famiglie.

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