Il tabagismo è, purtroppo, una delle maggiori cause di morte in Europa. È risaputo, infatti, che il consumo di sigarette porta a molteplici problematiche per la salute.
Esiste, però, un consumo similare a quello delle sigarette che è sempre stato comune ma non viene spesso valutato altrettanto dannoso. Infatti, molti pensano che questa abitudine sia meno dannosa della sua controparte, ma sbagliano. Scopriamo assieme perché.
Questa abitudine è tra le cause principali di morte nel mondo
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Una volta considerato un vizio trascurabile, o persino un’abitudine virile, il tabagismo viene al giorno d’oggi riconosciuto quale problema di carattere nazionale.
Il fumo delle sigarette è infatti riconosciuto come una delle maggiori cause di morte nella popolazione adulta. Secondo una ricerca riportata dal Ministero della Salute e attuata dall’OMS ogni anno almeno cinque milioni di persone muoiono per cause relate al fumo.
Quando ci immaginiamo un fumatore tipico pensiamo alle sigarette. E tendiamo a sottostimare l’abitudine di fumare, anche saltuariamente, un altro prodotto, il sigaro.
Infatti, molti pensano che questa abitudine sia meno dannosa della sua controparte, ma sbagliano. Cerchiamo di capire assieme perché.
Questo prodotto è molto più dannoso della sua controparte
I sigari potrebbero essere molto più dannosi delle sigarette. Questo fattore sembrerebbe essere determinato dal processo tramite cui questi prodotti vengono creati.
Infatti, mentre le sigarette sono formate da tabacco tagliato finemente e arrotolato dentro della carta, il sigaro è tendenzialmente formato da foglie intere lavorate. Il processo di lavorazione dei sigari prevede una fase di riposo che permetta di creare il tipico profumo e sapore del sigaro.
Questa lavorazione fa però, allo stesso tempo, in modo che gli agenti tossici contenuti nel tabacco maturino molto più che nelle sigarette. Tale ragionamento sembrerebbe valere non solamente per i sigari di maggiori dimensioni, ma anche per i più comuni sigaretti. Gli effetti a carico dell’organismo sembrerebbero, quindi, essere, a parità di utilizzo, ben maggiori.