I modi di dire sono una ricchezza unica di ogni lingua. Raccontano la tradizione popolare delle persone che li usano e ci permettono di sentirci parte di un gruppo. Infatti, i modi di dire sono come dei codici che possiamo capire soltanto se abbiamo avuto gli strumenti per farlo. Pensiamo al modo di dire “andare a fagiolo”, che vuol dire soddisfare pienamente qualcosa o qualcuno. La storia ci sembra raccontare che il fagiolo fosse un ingrediente particolarmente apprezzato a Firenze nell’epoca moderna e da lì l’espressione si diffuse in tutta Italia. Oggi tante persone non conoscono l’origine dei modi di dire ma li usano ogni giorno. In particolare, molti in Italia non capiscono questo modo di dire che è molto usato a Roma, ma non solo e tanti lo sentono senza sapere cosa voglia dire.
Fare il giro di Peppe
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Chi è stato almeno una volta a Roma, o chi ha un amico romano, sa che nella nostra Capitale sono nate tantissime espressioni che usiamo ogni giorno. Una di queste è “fare il giro o i giri di Peppe”, che sta a significare allungare una strada. Quando dobbiamo andare da un posto a un altro e ci perdiamo o sbagliamo strada, facciamo il giro di Peppe. Camminiamo più del necessario, anche se siamo in automobile e dobbiamo trovare parcheggio. Ci sono alcune teorie sull’origine dell’espressione, soprattutto perché al suo interno c’è il nome di una persona.
Alcuni identificano Peppe come addirittura Giuseppe di Nazareth. La storia è evidentemente legata ai racconti del Vangelo ed in particolare alle fasi iniziali della nascita di Gesù. Infatti, in seguito alla questione del censimento di Betlemme e dopo la nascita di Gesù, Giuseppe e Maria non poterono direttamente tornare a casa. A causa della famosa strage degli innocenti, la coppia dovette errare per molto tempo in Egitto, allungando dunque di molto il ritorno.
Molti in Italia non capiscono questo modo di dire molto particolare sebbene comune e diffuso ovunque e non solo a Roma
Un’altra storia è invece legata a Giuseppe Garibaldi, uno dei nostri eroi nazionali del Risorgimento. Nel 1878 il Re Vittorio Emanuele II morì e, come da nuova tradizione, scelse il Pantheon di Roma come sua sepoltura. Il protocollo regio decise di far fare due giri attorno alla piazza del Pantheon alla carrozza reale con il corpo del Re, alfine di permettere agli italiani di dare l’ultimo saluto al sovrano. Garibaldi seguì il corteo e per due volte fece il giro della piazza e da quell’azione pare che sia nata proprio l’espressione che usiamo ancora oggi.
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