Nonostante si creda che un tasso culturale più elevato possa indurre a comportamenti più civili, la violenza è un problema attuale. Per essa non si intende solo quella fisica ma anche quella psicologica, che viene esercitata, sovente, all’interno della coppia. Essa si può manifestare attraverso condotte di diverso tipo, più o meno esplicite ma, in ogni caso, invasive. Le conseguenze giuridiche della violenza, inoltre, possono essere diverse, a seconda delle caratteristiche che assume, di volta in volta, il comportamento. Soffermiamoci, quindi, preliminarmente, sui modi tipici di manifestazione della violenza psicologica, per poi parlare delle conseguenze.
Una prima modalità è quella dell’isolamento sociale della vittima, che può avvenire attraverso comportamenti denigratori all’interno di determinati contesti. Un’altra modalità è quella dell’influenzamento nelle scelte delle persone da frequentare. La seconda modalità è data dalla condotta controllante, attraverso messaggi, chat, profili social, email, o addirittura il monitoraggio degli spostamenti. Terzo strumento è la denigrazione con insulti diretti o attraverso la svalutazione del ruolo o dei risultati raggiunti.
Altri comportamenti integranti violenza psicologica
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Una ulteriore condotta integrante violenza è quella caratterizzata da accuse e attribuzione di colpe. Queste sono finalizzate a far apparire come giustificata la condotta del carnefice. Tipica frase in tal senso è: “è colpa tua se mi comporto così”. Poi, vi possono essere le minacce rivolte alla vittima stessa o ai suoi cari. Ancora, la violenza, stranamente, è anche quella che si estrinseca attraverso l’indifferenza e il silenzio. È bene sapere, infatti, che anche la totale indifferenza ai bisogni affettivi del partner è una forma di violenza psicologica. Poi abbiamo la manipolazione psicologica, chiamata oggi anche gaslighting, in cui il carnefice, attraverso informazioni false, induce in confusione la vittima. Quindi, inventa fatti mai esistiti o altera la realtà.
A fronte di ciò, molti dovrebbero conoscere le conseguenze penali e civili derivanti da siffatti comportamenti. Anzitutto, le immediate conseguenze della violenza psicologica sulla salute sono: ansia, depressione, stress e disturbi del sonno. Come indicato, il carnefice può andare incontro a conseguenze sia penali che civili. Una delle fattispecie di reato ricorrenti è, ad esempio, quella dei “maltrattamenti in famiglia”, di cui all’art. 572 c.p., punita con la reclusione da 3 a 7 anni.
Molti dovrebbero conoscere le conseguenze penali e civili derivanti dalla violenza psicologica all’interno della coppia
Altro reato configurabile è quello di lesioni personali, di cui all’art. 582 c.p., che ricorre anche se la violenza sia solo psicologica. Poi, abbiamo il reato di violenza privata, art. 610 c.p., punito con la reclusione fino a 4 anni. Esso ricorre quando, con violenza o minaccia, si costringe qualcun altro a fare, tollerare od omettere qualche cosa. Se, invece, la vittima viene minacciata di subire un danno ingiusto, si configura il reato di minaccia, ex art. 612 c.p. Infine, abbiamo la possibile configurazione dello stalking, art. 612 bis c.p., che punisce chi, con condotte reiterate, minaccia o molesta. Detta condotta deve provocare nella vittima uno stato perdurante di ansia o di paura.
A parte le indicate conseguenze penali, ve ne possono essere anche sul piano civile. Si pensi all’ipotesi dell’addebito della separazione, che ricorre in caso di condotte del tipo descritto. Poi, abbiamo la possibilità di agire per il risarcimento dei danni morali e materiali, conseguenti alle condotte del soggetto maltrattante.
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