Tra gli strumenti più graditi e utilizzati dai risparmiatori per gestire i propri soldi troviamo il conto corrente. Si tratta di uno strumento di pagamento formidabile e funzionale, che facilita la vita in termini di incassi e pagamenti. Accredito della pensione o dello stipendio, bonifici, addebito delle utenze, pagamenti online, etc., risultano spediti e facili grazie al suo intervento. Eppure molti confondono il conto in banca con uno strumento d’investimento.
Il conto corrente è uno strumento di pagamento e non d’investimento
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Tuttavia, già la specifica secondo cui si tratta di uno strumento di pagamento e non di investimento ci aiuta a comprendere la sua vera natura. Spesso capita di assistere a risparmiatori che detengono in conto ingenti somme liquide o tutti i propri risparmi.
La criticità in tal caso non sta tanto nel saldo del conto quanto nella sua gestione. Meglio, nel voler considerare il c/c quale strumento di investimento (vi si investono tutti i risparmi disponibili) e quindi modificandone la finalità.
Con un’inflazione alle stelle come quella attuale, le perdite che si subiscono su 10 o 100mila euro sono ingenti anche solo nel giro di un solo biennio. Ovviamente il riferimento è alle perdite in potere d’acquisto, considerato che il valore nominale resta invariato.
Tuttavia, anche le perdite sul valore nominale non sono trascurabili. Va anzitutto considerata l’imposta di bollo di 34,20 euro annui sulle giacenze sopra i 5mila euro. Poi ci sono i costi di gestione del conto che variano da banca a banca e da prodotto a prodotto. Al riguardo, sono i conti online quelli che in genere consentono di abbattere o azzerare tali spese.
Molti confondono il conto in banca con uno strumento d’investimento e portano la giacenza liquida sotto o sopra queste soglie
Vi è poi un altro costo spesso ignorato dai risparmiatori, vale a dire il costo opportunità. In parole semplici, si tratta del costo legato al mancato sfruttamento della prima opportunità disponibile.
Facciamo un esempio e immaginiamo un conto con 20mila euro di giacenza di cui si è certi non serviranno nell’immediato. Anche in caso di scarsa propensione al rischio e di desiderio di avere piena libertà di accesso ai risparmi, le soluzioni non mancano. Si pensi ai conti deposito liberi o quelli con vincolo ma con possibilità di chiusura anticipata del conto. Oppure alla nuova offerta Supersmart alle Poste che riconosce un ricco interesse sul vincolo a 5 mesi.
Dunque, le soluzioni non mancano pur di ridurre i costi o persino incassare qualcosina.
Quale giacenza liquida avere
In linea di massima, più è alta la giacenza in conto e meglio è. Tuttavia, essa andrebbe gestita attraverso il conto, ma non parcheggiata sul conto.
In altri termini, il c/c è un ottimo strumento sia di pagamento che di gestione dei propri prodotti d’investimento. L’importante è non scambiarlo per quest’ultimo.
Tenuto fermo ciò, diviene relativamente agevole comprendere il range di soldi liquidi avere. Cioè quali sono le soglie minime e massime di liquidità da tenere sul conto.
Al ribasso, mai andare in rosso (laddove il conto lo consenta) per evitare di pagare interessi salati. Oppure, nei casi estremi, di finire segnalati alla Centrale dei rischi in qualità di cattivi pagatori. Il limite massimo, invece, non dovrebbe eccedere le 3-5 mensilità del proprio stipendio.
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