Andare in pensione anticipata, senza lasciare il lavoro e senza rimetterci nulla dal punto di vista del trattamento pensionistico. Sarebbe questa una soluzione auspicata da molti lavoratori che aspettano con ansia le novità previdenziali del Governo. Infatti tutti sono in attesa della riforma delle pensioni, che però non dovrebbe vedere i natali nel 2024, visto che ormai è chiaro cosa il Governo Meloni inserirà nella Legge di Bilancio al capitolo pensioni. Proroga di quota 103, rinnovo di Opzione Donna con un piccolo correttivo e ancora un altro anno dell’APE sociale.
Ma nelle ultime ore sembra che il Governo stia valutando di copiare il meccanismo scandinavo, utilizzato in Svezia e Norvegia. Si tratta di un’ipotesi, ma con un meccanismo davvero particolare e mai utilizzato fino ad ora.
Metà stipendio e metà pensione a 64 anni, ecco una nuova strada per la riforma delle pensioni senza tagli e penalizzazioni
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Andare in pensione prima, senza però lasciare il lavoro è quello che adesso si pensa di fare in Italia, almeno stando alle ultime ipotesi. Consentendo ai lavoratori di uscire dal lavoro in anticipo, prendendo metà stipendio e metà pensione a 64 anni. Ecco una nuova strada per la riforma delle pensioni senza tagli e penalizzazioni, che prende spunto dal modello svedese.
Infatti in Svezia i lavoratori pubblici possono, arrivati a 61 anni di età, prendere per 4 anni la pensione anticipata commisurata alla riduzione di orario di lavoro che loro stessi sceglieranno di adottare per questi 4 anni che mancano ai 65 della pensione di vecchiaia svedese. In pratica il lavoratore per 4 anni lavorerà part-time, prendendo uno stipendio inferiore, ma aggiungendo una pensione anticipata. E per gli anni che mancano, godendo pure di una copertura contributiva adatta a non far perdere nulla sulla pensione futura.
Come potrebbe funzionare la novità del modello svedese
In Italia la pensione di vecchiaia si centra a 67 anni e quindi ipotizzare una via del genere a 61 anni come in Svezia è impossibile. Da quello che scrivono molti quotidiani, pare che l’ipotesi più attendibile sia quella di partire dai 64 anni e quindi di scegliere il lavoro part-time (massimo il 50% di riduzione dell’orario di lavoro) prendendo anche la pensione come differenza retributiva. Una soluzione che servirebbe anche per il turnover, dal momento che le ore in meno di lavoro svolte dal neo pre pensionato sarebbero coperte da nuovi assunti.