Mercati azionari sulle montagne russe: 4 e 6 marzo date clou per i trader, ‘finora è andato tutto al contrario’, cosa succederà a breve?

Mercati azionari sulle montagne russe per tutto febbraio, ma è al 4 marzo che si deve guardare: trader temono 'conseguenze irreversibili'

Il mese di febbraio si è caratterizzato per movimenti inaspettati sugli indici borsistici, soprattutto quelli italiani ed europei, in controtendenza rispetto a Wall Street. Ma “il bello deve ancora venire”, come affermano gli esperti, poiché le minacce di Trump sui dazi si concretizzeranno a partire dal 4 marzo 2025. Analisi e prospettive per l’immediato futuro.

L’ultima settimana a Piazza Affari ha visto interessanti segni positivi, anche perché questo è il periodo di bilanci e alcune società hanno regalato entusiasmo (vedi Nexi o Saipem, Ferrari e in generale tutto il settore bancario). Ma c’è ampia attesa per le decisioni della BCE: a marzo la Banca Centrale Europea deciderà se tagliare ulteriormente i tassi, raggiungendo così l’area “neutrale”, ma l’inflazione sta rialzando la testa e non c’è alcuna certezza che le politiche monetarie riusciranno a mantenere la stabilità dei prezzi. Regna l’incertezza, dunque, e soprattutto i timori dei trader in vista dell’applicazione dei Dazi.

Sorpresa Trump, ecco le conseguenze sui Mercati: la guerra commerciale inizia il 4 marzo

Sorpresa Trump, ecco le conseguenze sui Mercati: la guerra commerciale inizia il 4 marzo

La guerra commerciale inizia il 4 marzo 2025?

Per tutto il mese di febbraio, e in particolar modo nell’ultima settimana, gli investitori hanno mostrato nervosismo a causa delle politiche ancora fumose della presidenza Trump. I Mercati italiani ed europei hanno sorpreso con performance rialziste, sebbene con segni positivi all’insegna della cautela. Molto peggio invece per gli indici statunitensi, che hanno deluso tutte le aspettative, con il Nasdaq che ha regalato le peggiori performance.

Trump ha inoltre dato un’ulteriore scossa negativa, annunciando che i Dazi del 25% su Canada e Messico saranno attivi già dal 4 marzo 2025 e non più dal mese di aprile.

Guardando al futuro, il Presidente Usa dovrà affrontare molte sfide, tra cui tenere a bada un’inflazione che sembra pronta a decollare da un giorno all’altro, un sentiment di sfiducia da parte dei consumatori e un mercato del lavoro che sembra reggersi su un equilibrio molto flebile. Per il 2025 non si prevedono grandi scossoni, ma solo se Trump riuscirà a mantenere la fiducia dei Mercati, che attualmente sta scendendo anche a causa della “delusione cripto”.

In UE si attende un ulteriore taglio dei tassi: appuntamento il 6 marzo (e i dubbi dei banchieri)

In UE si attende un ulteriore taglio dei tassi: appuntamento il 6 marzo (e i dubbi dei banchieri)

Si attende a marzo un taglio dei tassi di 25 punti percentuale

Se è imprescindibile guardare ai Mercati Usa e alle prossime evoluzioni, è anche vero che quelli europei sono in apnea, attendendo le decisioni politiche e soprattutto monetarie da parte della BCE. Il prossimo 6 marzo 2025 si riuniranno i vertici della Banca Centrale Europea e il sentiment generale è che si vedrà un ulteriore taglio dei tassi di altri 25 punti.

Si arriverebbe quindi a un tasso di deposito del 2,50%, sempre più vicino al 2% “neutrale”. Ma la BCE ha anche fatto intendere che a seconda degli sviluppi “lascerà aperte tutte le possibilità” e dunque ulteriori tagli non sono affatto certi. Non solo: secondo le Banche Centrali il tasso “neutro” potrebbe non rappresentare propriamente l’obiettivo più salutare per l’economia, soprattutto perché rispetto al periodo pre-pandemico sono cambiati i rapporti di domanda e offerta globale e il risparmio è arrivato ai massimi storici.

In un contesto come questo, suscettibile a diverse variabili e ulteriori shock, il dibattito sul taglio dei tassi è stato definito addirittura “fuori contesto” e continua ad aumentare l’incertezza degli investitori.

Conclusioni

Gli avvenimenti più salienti di questo mese ci fanno comprendere che niente è andato come previsto:

  • gli indici europei sono saliti nonostante le numerose divisioni interne, la crisi energetica e i piani sulla Difesa ancora incerti (il 6 marzo, a questo proposito, i leader dell’UE si incontreranno a uno speciale vertice per decidere i dettagli di un “pacchetto Difesa”);
  • i T-Bond Usa scendono mentre i dubbi su una fiammata dell’inflazione aumentano;
  • le azioni di numerose società sono crollate nonostante i risultati positivi;
  • segnali sempre più negativi delle criptovalute nonostante le promesse (e gli ordini esecutivi) di Trump.

Ciò fa supporre che anche nel prossimo futuro ci saranno altri movimenti inaspettati sugli Indici, che storicamente, dopo 2 anni di rialzi, si fermano e vanno in negativo. Ma tutto è praticamente ancora possibile.

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