Mercati azionari: conferme strutturali di ribasso

Portofino

Crisi dei mercati azionari: le cose che il risparmiatore deve sapere

Dopo aver inutilmente tentato una reazione rialzista, le principali borse occidentali hanno, invece, ulteriormente confermato un trend ribassista di fondo.

A tale scenario, per il momento fa eccezione il Dax, in quanto i relativi corsi non hanno ancora confermato la rottura ribassista del supporto dinamico di lungo, che ha sostenuto l’intero trend rialzista iniziato a marzo 2009.

Sul time frame giornaliero notiamo infatti come solo parte delle barre dell’indice tedesco si siano posizionate al di sotto di tale livello, e quindi occorre attendere una serie di conferme, date da una sequela di barre interamente al di sotto del supporto dinamico di lungo e dalla rottura dell’ultimo minimo, a 5487 punti.

Chiaro trend ribassista di fondo, invece, quello che si è evidenziato sugli altri mercati europei e sul Dow Jones.

Sui primi, rappresentati dal’Eurostoxx, si è determinata una chiara configurazione ribassista, del tutto analoga alla dinamica del nostro MIB e del relativo derivato, il FIB.

Dopo la rottura della parte inferiore del canale rialzista, che sosteneva il trend da marzo 2009, si sono formate, successivamente, tre aree di supporto statico, da cui sono partite reazioni di una certa consistenza.

Di queste aree, le prime due già sono state rotte al ribasso, in luglio e ad inizio agosto, segnale che quindi conferma una classica configurazione di trend al ribasso (rottura dei minimi formatisi dopo la rottura di un supporto dinamico).

Con l’eccezione del Dax, si è quindi formato uno degli scenari prospettici delineato in un articolo della scorsa settimana, mentre situazione ancora diversa troviamo, invece, sul Dow Jones.

La maggior negatività dell’indice USA non ha consentito, sul medesimo, neppure delle forme di rimbalzo, e quindi, invece della formazione di supporti statici, successivi alla rottura del supporto dinamico di lungo, abbiamo assistito alla caduta in verticale dell’indice, che ha reagito solo negli ultimi giorni.

In tal caso, la conferma del ribasso proviene comunque dal filtro rappresentato dalla permanenza delle quotazioni al di sotto del supporto.

Ulteriori conferme del ribasso strutturale provengono da una pluralità di tecniche, che utilizzano i time frame mensile e trimestrale.

Sull’Eurostoxx e sul FTSE MIB è acclarata, graficamente, la fuoriuscita dal trend di lungo, utilizzando barre mensili e trimestrali, unitamente a conferme da vari indicatori algoritmici, settati sui medesimi time frame, come FEI e TC2.

Il Top or bottom, aveva peraltro preannunciato il ribasso, su time frame annuale, su FTSE MIB ed Eurostoxx con largo anticipo, sin dall’anno scorso, ed occorre sottolineare che anche sul Dax ora l’indicazione del Top or bottom di lungo è ribassista, anche se occorrono, su tale indice, ulteriori conferme.

Sul Dow le barre grafiche mensile e trimestrale non hanno ancora completamente rotto al ribasso il supporto dinamico di lungo, ma l’evidenza grafica ribassista, sopra descritta, unitamente a segnali algoritmici ribassisti su diversi indicatori, settati sui medesimi time frame, fanno ritenere anche l’indice statunitense inserito in un trend strutturale ribassista.

Ulteriore indicazione in tal senso proviene anche dal Top or bottom annuale, che ha assunto connotati ribassisti.

Sintetizzando, possiamo dire che quasi tutte le borse occidentali paiono confermare un trend ribassista strutturale, mentre ancora aperta, ed in fase di evoluzione dinamica, rimane la situazione tecnica del Dax.

Crisi dei mercati azionari: le cose che il risparmiatore deve sapere