Mentre tanti inseguono le ricche cedole su BTP e titoli di Stato ecco chi brinda al crollo dei rendimenti delle obbligazioni

Ecco chi brinda al crollo dei rendimenti delle obbligazioni-Foto da pixabay.com

Nulla è per sempre in natura, anche quando si parla di mercati finanziari. Al pari delle 4 stagioni che si alternano con regolarità ciclica, anche sui mercati spesso (ma non sempre) si assiste ad un’alternanza di trend. A volte il mercato premia, cioè acquista, un sottostante mentre a volte succede l’esatto contrario.

Nel campo degli investimenti in obbligazioni prezzo e rendimenti hanno dinamiche inverse. Per adeguare le cedole (specie se a tasso fisso) al trend dominante si agisce sull’unica variabile flessibile e disponibile, il prezzo. Ora, mentre tanti inseguono le ricche cedole su BTP e titoli di Stato ecco chi brinda al crollo dei rendimenti delle obbligazioni. Vediamo di comprenderne il significato.

Come guadagnare con titoli di Stato e obbligazioni in generale?

I bond, sovrani o corporate che siano, consentono di guadagnare tanto sulla cedola che sulle differenze dei loro corsi di mercato.

Nel primo caso si punta molto ai titoli con cedole robuste (ad esempio ci sono bond all’8,25% per i primi anni) e si porta a termine l’investimento. Tuttavia, la scelta del timing giusto aiuta a fare tanta differenza in termini di rendimento complessivo.

Nel secondo si seguono attivamente le dinamiche dei prezzi al fine di generare una plusvalenza. Non mancano, infine, gli investitori che cercano di mixare al meglio le due strategie. Cioè investono su titoli con ricche cedole (per il breve periodo) e con buoni potenziali di risalita dei corsi da sfruttare sul medio termine.

Il crollo dei rendimenti sui titoli di Stato italiani

Ora, per i titoli di Stato le ultime settimane sono state caratterizzate da un deciso crollo dei rendimenti. Ad esempio quello del decennale italiano è passato dal picco del 5,00-5,03% di inizio-metà ottobre al 4,362% di ieri (minimo a 4,254%). Cosa vuol dire tutto ciò in termini pratici?

In sostanza il BTP a 10 anni acquistato ieri offriva un rendimento annuo lordo di circa lo 0,67% in meno rispetto a un mese fa. Moltiplicato per i 10 anni di durata fanno un “bel” –6,7% complessivo rispetto al rendimento cumulato offerto dallo stesso bond ma acquistato ad ottobre.

Le stesse dinamiche si riscontrano anche con i principali bond esteri. Il Bund tedesco a 10 anni, per esempio, è passato dal 3,02% di inizio ottobre al 2,58% di ieri.

Mentre tanti inseguono le ricche cedole su BTP e titoli di Stato ecco chi brinda al crollo dei rendimenti delle obbligazioni

Un “mezzo trauma” per il cassettista, potremmo dire, anche perché l’emittente è sempre lo stesso e la durata e lo strumento idem. Perché?

Alla base c’è un mix di fattori sia di natura economica che monetaria. Nel primo caso abbiamo che molti recenti dati di natura reale (livelli di produzione, occupazione, investimenti, etc) hanno perso lo smalto dei mesi migliori. Salvo imprevisti non ci saranno recessioni alle porte, ma un rallentamento del trend di crescita, sì.

Sul fronte monetario c’è che l’inflazione sta rallentando dopo aver dato il peggio di sé nel recente passato. Una circostanza che unita alla precedente potrebbe indurre la BCE a ridurre i suoi tempi di taglio dei tassi. Certo, l’allentamento della politica monetaria non avverrà affatto domani, ci sarà ancora da attendere. Tuttavia, com’è noto i mercati solitamente scontano con largo anticipo gli eventi attesi.

Quanto al caso dell’Italia, infine, c’è che anche l’ultimo esame delle agenzie di rating è stato superato. L’ultimo, quello di Moody’s, è arrivato ieri sera: ha confermato il rating Baa3 mentre ha alzato l’outlook da negativo a stabile.

Guadagnare con i movimenti dei prezzi dei titoli di Stato

In simili contesti a brindare sono solitamente gli investitori-speculatori in titoli di Stato. Mentre crollano i rendimenti i prezzi salgono, specie i c.d. titoli lunghi.

Alcuni esempi. Il BTP a 50 anni con scadenza il 1° marzo 2072 dal minimo di 48,45 di ottobre è passato al massimo di 55,49 di ieri (prezzo chiusura 54,55). In pratica un rialzo dei prezzi del 14,5% in poco più di un mese. Andando all’estero, ecco il bond a 100 anni austriaco (giugno 2120) passato dal low di 34,34 di ottobre al picco di 42,25 di venerdì. E così via.

Tuttavia, è doveroso ricordare che simili operatività sono adatte esclusivamente a investitori con elevatissima propensione al rischio. Si tratta di operazioni che richiedono esperienza e dimestichezza sul come muoversi sui mercati finanziari.

 

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