Se vuoi investire nei titoli di Stato con un orizzonte temporale di circa 12 mesi, meglio BOT e BTP? La scelta tra i due strumenti dipende dal guadagno ma anche da un altro aspetto importante.
Hai dei soldi sul conto corrente e vuoi farli fruttare investendo nei titoli di Stato italiani? Se il tuo orizzonte temporale è di circa 12 mesi, potresti essere indeciso tra un BOT o un BTP con vita residua di 1 anno. Molti potrebbero pensare che essendo entrambi titoli di Stato con identica durata, la scelta sia irrilevante e che uno valga l’altro. Invece ad una attenta analisi si scopre che questa convinzione è errata. I Buoni del Tesoro poliennali e Buono ordinari del Tesoro hanno caratteristiche diverse che occorre valutare prima di fare la scelta. In questo articolo ti spieghiamo le differenze tra questi due strumenti e ti mostriamo quanto si guadagnerebbe ad investire adesso 30.000 euro su entrambi.
La differenza determinante tra un BOT e un BTP
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I BOT e i BTP sono due tipologie di titoli di Stato emessi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze per finanziare il debito pubblico italiano. Entrambi godono della garanzia dello Stato e sono negoziabili sul mercato telematico delle obbligazioni (MOT) gestito da Borsa Italiana. Tuttavia, presentano alcune caratteristiche distintive che devi conoscere prima di investire.
La prima differenza riguarda la durata. I BOT sono titoli a breve termine, con scadenze in emissione che vanno da 3 a 12 mesi. I BTP sono titoli a medio-lungo termine, con scadenze in emissione che vanno da 3 a 50 anni. Quindi sono strumenti pensati per raggiungere due obiettivi temporalmente molto diversi. Questo fattore non è da trascurare in sede di scelta.
Ma la differenza fondamentale è un’altra. I BOT non pagano cedole, ma vengono emessi a sconto rispetto al loro valore nominale e offrono un rendimento alla scadenza. Il rendimento dipende dalla differenza tra il prezzo di acquisto e il prezzo di vendita. I BTP, invece, pagano cedole fisse con cadenza semestrale e offrono un rendimento dato dal rendimento in conto capitale e dal flusso cedolare.
Meglio investire 30.000 euro su BOT o BTP con vita residua di 12 mesi?
Ora che abbiamo visto le differenze tra BOT e BTP, vediamo quanto rendono attualmente se investiamo 30.000 euro in uno dei due strumenti. Analizziamo il rendimento del BOT scadenza ottobre 2024 (codice Isin IT0005566184) e il BTP scadenza novembre 2024 (codice Isin IT0005282527).
Il BOT al momento dell’analisi aveva un prezzo 96,4 centesimi. Se investiamo 30.000 euro in un BOT con scadenza ottobre 2024, a scadenza riceveremo un guadagno di circa 945 euro al netto dell’imposizione fiscale.
Il BPT al momento dell’analisi aveva un prezzo di 97,63 centesimi. Considerato l’apprezzamento in conto capitale e il flusso cedolare, dopo 12 mesi si riceverebbero 1.190 euro al netto delle imposte
Il flusso cedolare fa la differenza
In conclusione, meglio investire 30.000 euro su BOT o BTP? Considerando il guadagno finale conviene investire in un BTP, poiché offre un rendimento netto maggiore. Tuttavia, il BTP richiede un capitale di investimento inziale maggiore dato dal maggiore prezzo di mercato. Anche se l’investimento nominale è identico, varia l’esborso inziale. Inoltre il Buono del Tesoro poliennale distribuisce due cedole in 12 mesi mentre il BOT non prevede flusso cedolare.
Queste considerazioni non valgono quando l’orizzonte temporale dell’investimento è superiore ai 12 mesi. In questo caso se si punta sui titoli di Stato il BTP è un scelta obbligata, anche in funzione dell’adozione di una particolare strategia.