Oggi con l’inflazione alle stelle è divenuto quasi un lusso da ricchi detenere risparmi in forma liquida. Il carovita si mangia molto potere d’acquisto nel giro di brevissimo tempo. Inoltre ci sono le spese vive, a partire dal canone di tenuta conto e l’imposta di bollo allo Stato per le giacenze medie sopra i 5mila euro.
Insomma, la scelta della liquidità rientra tra le peggiori che si possa fare in questo particolare momento storico. Per cercare almeno di limare i danni non resta che investire i risparmi e provare a invertire il saldo finale. Vediamo al riguardo se è meglio investire 20.000 euro in BOT o il conto deposito.
Uno sguardo alle principali caratteristiche dei BOT
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Fughiamo subito il campo da un equivoco: BOT e conti deposito non servono per portare a casa cifre astronomiche. Il loro impiego, è quello di parcheggiare i risparmi a breve termine e farli fruttare quel minimo che si può.
I BOT sono emessi dal Tesoro a 3, 6 e 12 mesi per importi di 1.000 euro o multipli. Sui risparmiatori grava il prezzo medio ponderato d’asta (per il capitale sottoscritto) e le commissioni alla banca. Queste spese non possono superare per Legge certe percentuali del capitale sottoscritto. Infatti non eccedono lo 0,03% per i titoli con durata fino a 80 giorni e lo 0,05% per quelli con durata tra gli 81 e i 140 giorni. Poi si passa a 0,10% e 0,15% per le durate a, nell’ordine, 141-270 giorni e da 271 in poi.
Tuttavia, in alcuni casi particolari (tassi prossimi allo zero o negativi) le commissioni sono ridotte o annullate.
Oggi i rendimenti di questi strumenti sono tornati attivi anche sulle scadenze a 6 e 12 mesi. Pertanto si rivelano degli ottimi sostituti del conto corrente in ottica di parcheggio della liquidità di beve termine.
A scadenza questi titoli sono rimborsati alla pari. Il guadagno deriva quindi dalla differenza tra il valore 100 finale e quello di sottoscrizione (c.d. scarto di emissione). Infine ricordiamo che l’imposta sui titoli di Stato, BOT inclusi, è al 12,50%.
Pro e conto dei conti deposito liberi e vincolati
Il conto deposito (CD) è invece un conto remunerato che si collega a un c/c detto d’appoggio. Detta in termini semplici, è un conto molto limitato nelle funzionalità che serve a valorizzare i risparmi. Cioè non permette di fare molte delle operazioni tipiche del c/c tradizionale mentre consente di guadagnare sulle somme depositate.
L’interesse attivo è noto a priori ed è tassato al 26%, oltre al 2X1.000 di imposta di bollo calcolata sulla giacenza. I rendimenti migliori si ottengono sui depositi a vincolo, ma non sempre per tutti. In genere si tratta di promozioni a tempo e/o riservate ai nuovi clienti e/o alla nuova liquidità apportata. In alcuni casi gli interessi sono anticipati o corrisposti durante il periodo di maturazione.
Meglio investire 20.000 euro in BOT o il conto deposito libero o vincolato
Come regolarsi, dunque, in sede di scelta tra CD e BOT? La scelta non è semplice e tutto dipende dalla durata, dall’importo e dal rendimento netto finale.
In caso di un parcheggio di breve termine e di importi molto rilevanti, meglio puntare sulla garanzia del capitale offerta dal titolo di Stato.
Viceversa potrebbe valere il contrario nel caso di una promozione speciale dell’intermediario e/o una durata di breve-medio periodo (massimo 3-4 anni).
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