Sul Mondo delle criptovalute non sempre i giudizi sono unanimi e concordi. C’è chi le esalta e chi, come le Autorità di regolamentazione monetaria, non si stanca di mettere in guardia i risparmiatori dai rischi connessi.
Prendiamo il caso, ad esempio, delle dichiarazioni rilasciate da Christine Lagarde, Presidente BCE, a una recente intervista a una rete televisiva olandese. Ha affermato che questi asset “non valgono nulla, sono basati sul nulla, non c’è alcun asset sottostante che funga da ancora di sicurezza”.
Vediamo di capire come stanno le cose e perché è meglio investire 1.000 euro in Borsa comprando 40 titoli in un’unica operazione.
Le Autorità di regolamentazione finanziaria e le avvisaglie
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Da tempo le Autorità di regolamentazione monetaria stanno mettendo in guardia i risparmiatori contro il rischio di perdere tutto. EBA, EIOPA ed ESMA hanno diffuso di recente una nota e una mini guida congiunta sulle crypto-asset e sui rischi annessi.
A loro avviso si tratta di attività altamente speculative e molto rischiose, poco adatte al risparmiatore medio. Questo sia riguardo al loro impiego come strumenti di pagamento, sia in ottica di strumenti di investimento.
Pur senza essere di parte, in effetti è sorprendente la disinvoltura dei risparmiatori verso le criptovalute mentre temono l’investimento azionario. In linea teorica dovrebbe essere il contrario.
Nell’acquisto di un titolo, infatti, perlomeno c’è un’azienda alle spalle che fa da sottostante all’investimento. Si potrebbe discutere all’infinito della congruità del suo prezzo e del suo trend di breve, medio e lungo periodo, ma questa è un’altra storia. In ballo, infatti, c’è la maggiore o minore garanzia dietro un investimento.
Detta in termini sempliciotti, la questione di fondo è: dietro lo scambio “miei soldi – attività X”, cosa ho realmente tra le mani?
Meglio investire 1.000 euro in Borsa comprando 40 titoli del Ftse Mib invece di 1.000 euro in criptovalute che in alcuni casi non hanno corso legale
L’investimento azionario consente invece di acquistare un pezzettino del valore di una data azienda. Sin dalla notte dei tempi, in questo caso il dilemma gira sul giusto prezzo attuale di un titolo e su quale potrebbe esserlo in futuro.
Lasciamo il dilemma ad altre sedi e agli analisti finanziari, più indicati a dare le risposte. Per minimizzare il rischio in Borsa (e non solo), i manuali di finanza insegnano che i migliori antidoti sono la diversificazione e il tempo. Mettendo in pratica questi principi di base si possono ottenere anche rendimenti fino all’11% annuo sul lungo periodo.
Per chi ha pochi risparmi da investire e vorrebbe puntare sul mercato azionario domestico, ecco l’ETF sul Ftse Mib. Si tratta di un fondo passivo che consente di acquistare le 40 società dell’indice in un unico investimento. Sul mercato abbiamo incontrato i seguenti prodotti/emittenti:
- Amundi ETF Ftse Mib UCITS ETF;
- Xtrackers Ftse Mib UCITS ETF – 1D;
- Lyxor Ftse Mib UCITS ETF – Distr;
- Lyxor Ftse Mib (Dr) UCITS ETF – Acc;
- iShares Ftse Mib UCITS ETF – Acc;
- iShares Ftse Mib UCITS ETF Eur – Distr;
Come si evince non mancano le soluzioni per investire anche solo mille euro e comprare 40 azioni in un sol colpo.
Ad ogni modo, la scelta ottimale dovrebbe ottimizzare la combinazione tra alcuni parametri chiave. Vale a dire il TER (i costi), il tipo di replica (fisica o sintetica; noi preferiamo la prima), la massa gestita e la storicità del fondo.
Poi c’è la politica di gestione dei dividendi, ossia se sono distribuiti o accumulati. Per chi punta al lungo periodo, gli ETF ad accumulazione si rivelano una bomba in termini di rendimenti complessivi. Infine abbiamo la strategia attuata (long/short), la valuta del fondo e gli spread bid/ask.
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