Il calore è un concetto che, a prescindere da formule fisiche e scientifiche, tutti, anche solo istintivamente, cogliamo.
E spesso lo associamo a situazioni di benessere.
Sappiamo, ad esempio, che è molto importante la temperatura e che al di sotto o al di sopra di certi livelli molte forme di vita non possono esistere. Ma basta anche solo che la temperatura ambientale esca da certi limiti, per subire situazioni quanto meno di disagio, o per ammalarsi, come in inverni particolarmente freddi o durante estati arroventate.
Il calore è quindi un elemento fondamentale da un punto di vista biologico.
Medicina del calore: possibilità terapeutiche e speranze future
Nulla di strano, quindi, che si sia pensato al calore anche come elemento terapeutico, utilizzato in diversi ambiti.
Ma quali sono le patologie per cui è indicato, e quali le prospettive future?
Patologie muscolo-scheletriche
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Uno dei tradizionali campi di applicazione del calore è quello delle patologie muscolo-scheletriche. Si tratta di forme di fisioterapia finalizzate a riscaldare la parte interessata, soprattutto quella affetta da sintomatologie dolorose.
Tipica applicazione in tal senso la lampada a raggi infrarossi.
Forme tumorali e ipertermia chirurgica e non
Ma forme di energia, che usano il calore, fanno parte del bagaglio tradizionale di terapie che si possono usare anche per forme patologiche di tipo diverso, ed anche per forme gravi, come quelle oncologiche.
Alcuni studi, sviluppatisi nel tempo, hanno infatti evidenziato come le cellule tumorali muoiano se si innalza la temperatura oltre una certa soglia.
E con un vantaggio notevole, rispetto a forme di cura più tradizionali, come quelle basate sulla chemioterapia.
Mentre questa, purtroppo, comporta spesso effetti collaterali, coinvolgendo peraltro anche cellule sane, alcune prassi terapeutiche basate sul calore non presentano tali effetti collaterali.
Ma a questo punto si rende necessaria una distinzione tra ipertermia chirurgica ed ipertermia medica, non chirurgica.
La prima è una vera e propria chirurgia, che utilizza forme di calore durante l’intervento chirurgico vero e proprio, in abbinamento a quest’ultimo.
Ma in genere il termine di ipertermia oncologica si riferisce a terapie non chirurgiche.
Si tratta di metodiche che elevano la temperatura corporea con diverse tecniche. A partire dall’applicazione di campi magnetici.
L’effetto è quello di scaldare l’intero corpo, o specifiche parti, in modo da innalzare la temperatura oltre quel livello, che fa scattare l’effetto killer sulle cellule malate.
Ovviamente i protocolli terapeutici prevedono anche particolari accorgimenti, per evitare che l’innalzamento della temperatura comporti fastidi o danni al paziente.
Medicina del calore: sviluppi
L’ipertermia medica è una disciplina in continua evoluzione.
Gli ultimi sviluppi hanno interessato l’utilizzo di scanners a risonanza magnetica per il monitoraggio diagnostico, e di liposomi termosensibili, particolari vescicole lipidiche, contenenti medicinali, che vengono rilasciati solo al raggiungimento di determinate temperature corporee.
La grande speranza, che coronerebbe il principale sogno dei ricercatori in tale ambito, sarebbe quella di riuscire ad arrivare ad una forma di terapia, o ad una pluralità di protocolli terapeutici, che potessero consentire di evitare sempre l’intervento chirurgico tradizionale, in qualsiasi contesto patologico, grazie all’alternativa rappresentata dall’ipertermia.
A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT“