Uno dei più grandi motociclisti della storia. Il rivale e nemico principale di Valentino Rossi. L’uomo che gli ha impedito di fare cifra tonda come numero di titoli iridati. Uno dei talenti più fulgidi che sia mai apparso in pista. Marc Marquez è tutto questo, ma non solo. È stato il simbolo della Honda per un decennio, ora, però, per tornare a vincere ha scelto di cambiare marca.
In pochi si sarebbero aspettati che potesse succedere. Vederlo con dei colori diversi, dalla prossima stagione, farà un po’ impressione. Lasciare il team della sua vita non è stata scelta facile, ma Marquez ha capito che, nella MotoGp attuale, con la sua Honda è praticamente impossibile essere competitivo. All’alba dei 30 anni, per coronare il sogno di un nuovo titolo mondiale, ha scelto un marchio italiano. Quello che sta dominando il mondiale nelle ultime stagioni, Ducati Corse.
Un matrimonio che nessuno poteva immaginare solo qualche anno fa, quando Marc trionfava sui circuiti di tutto il mondo. Mentre a Borgo Panigale nessun pilota, compreso Valentino Rossi, riusciva a capire come andar forte con una moto tanto potente quanto scorbutica. Il solo Casey Stoner era riuscito a domarla, peraltro nel lontano 2007, quando Marc ancora non correva nel motomondiale.
L’arrivo dell’ingegner Luigi Dall’Igna e il cambio di filosofia nella costruzione della moto ha portato ai risultati che vediamo oggi. La MotoGp si è trasformata in una sorta di corsa monomarca Ducati, esattamente come succedeva in passato con le case giapponesi.
Dall’olimpo alla caduta
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Marquez si è cucito addosso la Honda già dalla sua prima apparizione nella massima categoria, datata 2013. Un rookie che diventa campione del mondo è cosa rarissima, accaduta solo nel 1978 con Kenny Roberts. Farlo nell’era di Valentino Rossi, poi, ha immediatamente consacrato il pilota spagnolo come uno dei migliori di ogni epoca.
Il suo modo di guidare totalmente personale ha fatto sì che nessun compagno di squadra, pur disponendo di una moto competitiva, potesse impensierirlo. Un po’ quello che sta accadendo a Max Verstappen con la Red Bull in F1.
Quando, però, sembrava avviato a battere ogni record, avvicinando anche quelli di Giacomo Agostini, ecco che il destino si è messo di mezzo. Una caduta rovinosa nel primo gran premio della stagione 2020, nella sua Spagna, gli causa la rottura dell’omero. Sembra un infortunio di poco conto, invece è l’inizio di un triennio travagliato.
Marc Marquez disposto a tutto pur di tornare a vincere
Vuole tornare in sella dopo cinque giorni, nel Gp di Andalucia a Jerez, ma il braccio, operato in gran fretta, non risponde. La placca in titanio si danneggia. Marc non può correre. Viene operato una seconda volta. Inizia un lungo calvario fatto di ritorni in pista, stop e sequela di cadute.
Tre vittorie nel 2021 sembrano poterlo proiettare verso un 2022 di lotta per il titolo. Nulla di più sbagliato. Non riesce più a domare la sua Honda, che diventa un cavallo imbizzarrito.
Arriva il momento di cambiare, di scegliere la rivale Ducati, che, proprio in coincidenza del suo calvario, inizia la sua ascesa. La squadra ufficiale, però, punta sulla coppia italiana Bagnaia – Bastianini. Marc decide quindi di optare per il team satellite, che porta il nome del compianto Gresini. Squadra con cui il connazionale Jorge Martin sta combattendo per il titolo 2023.
Per farlo, Marc Marquez è disposto a tutto, anche a correre gratis. Sì, è proprio così, come rivelato dal direttore sportivo Ducati Paolo Ciabatti durante un podcast con il popolare giornalista Giovanni Zamagni. L’ultimo disperato tentativo per tornare quello che era prima di quel maledetto 19 luglio 2020.