Ci sono tanti modi di vivere e intendere l’età più avanzata. C’è chi, ad esempio, la considera un dono, la affronta serenamente e in qualche caso si gode i segni del tempo. Anche perché molto spesso l’esperienza e il vissuto rappresentano presupposti attraverso cui costruire una serenità che l’esuberanza della giovinezza non favorisce.
Avere l’elisir per una lunga salute mentale o acquisire la capacità di poter mantenere il cervello giovane a lungo è un po’ l’obiettivo di tutti. Ed oggi ci sono diversi presupposti affinché si possa auspicare di invecchiare bene, con buone possibilità di farcela.
A partire da diverse ricerche che offrono spunti interessanti su come ognuno può interfacciarsi alla quotidianità. Grazie alla scienza è possibile avere, infatti, risposte importanti e consigli significativi sugli stili di vita da condurre e sul modo di alimentarsi. Ad influire potrebbero, però, anche essere degli aspetti psicologici relativi al modo di approcciarsi alla vita.
Mantenere il cervello attivo e la testa giovane potrebbe dipendere anche da un fattore che non tutti immaginano
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C’è un nuovo studio, apparso ad aprile 2022 sul Journal of Personality and Social Psychology, che associa la capacità di preservare la salute mentale alla personalità e al modo di essere di un individuo all’interno di un contesto sociale.
Chi è naturalmente estroverso, portato ad interagire con il Mondo e si relaziona con piacere con gli altri riesce a frenare il calo delle capacità cognitive. Chi, invece, ha un approccio alla vita più nevrotico avrebbe un maggiore rischio di andare incontro ad un peggioramento delle facoltà cognitive in tempi più brevi.
Lo studio è stato condotto su circa 2.000 persone
Lo studio ha coinvolto un campione di circa duemila persone. Il monitoraggio si è focalizzato sull’evoluzione cognitiva dei soggetti in base ad alcune caratteristiche della loro personalità. Gli esperti hanno valutato tre tratti: la coscienziosità, l’essere estroversi e l’essere nevrotici
I risultati emersi hanno messo in rilievo come gli individui più coscienziosi ed estroversi, e dunque meno nevrotici, avrebbero avuto mediamente un anno in più di salute cognitiva. Il dato è risaltato soprattutto per le donne.
Non è il primo studio che sostiene tesi di questo tipo. Di certo c’è che quella di predisporsi positivamente alla socialità e alla quotidianità resta un’attitudine che può essere coltivata per migliorare la qualità della vita. E il fatto che capiti non di rado che vengano fuori studi scientifici che raccontano altri potenziali benefici è un ulteriore motivo per lavorare in questa direzione.
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