Ogni estate sempre più turisti vanno a camminare sulle Alpi, gli Appenini e le Dolomiti, anche in alta quota senza conoscere tutti i rischi del ‘mal di montagna’. Gli alpinisti esperti sanno tutto su questi sintomi: mal di testa, nausea e insonnia. Ma chi non frequenta abitualmente le montagne, spesso non sa che questa è una patologia seria e che piò colpire chiunque, anche i più allenati, al mutare dell’età o delle condizioni di salute. Mal di montagna, i rimedi quali sono?
Andar per rifugi consapevolmente
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Andare per rifugi è un’esperienza entusiasmante. Ma anche raggiungendoli con la teleferica o la seggiovia, è bene sapere che oltre i 2500-3000 metri l’ossigeno comincia a diminuire e ciò comporta alterazioni. Possono comparire sintomi di cefalea, nausea e vomito e insonnia, immediatamente quando si arriva al rifugio o anche a distanza di qualche ora. Sono sintomi solo in apparenza banali e non devono essere trascurati: se si continua nella salita senza i dovuti accorgimenti, possono peggiorare e evolvere in edema cerebrale e edema polmonare, Mettendo anche a repentaglio la vita della persona che li trascura.
Mal di montagna, i rimedi
Le modalità per evitare questi malesseri sono semplici e consistono in un adeguato acclimatamento. Bisogna dare all’organismo il tempo di adattarsi alla carenza di ossigeno, procedendo a tappe. La salita, dopo una certa età, deve essere graduale. Nel caso si presentino questi sintomi, bisogna scendere per tornare ad una concentrazione di ossigeno superiore. Per tamponare la situazione si può somministrare un antiinfiammatorio non steroideo.
Quando la montagna è proibita
In alcuni casi però la montagna è proibita. Ci sono studi che dimostrano che pazienti cardiopatici, broncopatici, sono in grado di affrontare passeggiate o percorsi in quota, ma il discorso non vale per tutti. Anche i diabetici devono stare molto attenti all’altitudine. Dunque, risulta davvero importante, prima di accettare inviti al fresco dagli amici, farsi valutare da medici esperti in medicina di montagna.