I modi per guadagnare sui mercati finanziari sono infiniti, a volte lasciando di stucco lo stesso investitore. È il caso, per esempio, di chi ha sottoscritto l’ultimo bond emesso da Cassa Depositi e Prestiti meno di un mese fa. Come vedremo più oltre, il titolo aveva i germi per poter fare bene nei suoi 6 anni di vita. Ma c’è che lunedì 4 il bond ha registrato un magistrale +2,80% nel primo giorno di vita di questa obbligazione al 5% fisso per i primi 3 anni e poi tassi variabili.
Si tratta infatti di un’obbligazione di medio termine (6 anni complessivi) con una struttura dei rendimenti di tipo misto. Vale a dire interessi fissi e costanti nel primo triennio, variabili nel secondo.
Le caratteristiche del bond CDP con cedola ogni 3 mesi
Indice dei contenuti
Lo scorso 7 novembre CDP rese disponibile la prenotazione di un nuovo bond retail (codice ISIN IT0005568719) alla portata del piccolo risparmiatore. Il taglio minimo era di 1.000 euro e offriva un flusso di cedole trimestrale di tipo fisso e variabile. Il neo bond CDP paga infatti il 5% lordo annuo, pari al 4,375% netto, per il 1°, 2° e 3 anno di vita e poi uno variabile nei 3 anni successi. Nello specifico, la cedola variabile è pari al tasso Euribor a 3 mesi più un margine minimo.
Infine ricordiamo che abbiamo già visto quanto potrebbero fruttare 7mila € ipotetici investiti su tale obbligazione.
Rimborso del bond, cedole ed eventuale plusvalenza
Il rimborso finale del prestito è fissato per il 4 dicembre 2029, ma per l’investitore lungimirante non c’è fretta. Fino ad allora ci sono da incassare le cedole ed eventualmente anche una plusvalenza.
Le prime sono corrisposte con periodicità trimestrale e arriveranno (al netto della ritenuta al 12,50%) il 4 di ogni marzo, giugno, settembre e dicembre fino al termine.
Per le seconde, tutto dipende dai movimenti dei prezzi sul secondario, dal prezzo di carico e dalle proprie strategie operative. Per incassare il capital gain si presuppone una vendita dello strumento prima della scadenza. Oppure un acquisto sotto cento sul mercato secondario e l’attesa del rimborso finale a 100, come nel caso del BTP con scadenza 1° agosto 2026.
Magistrale +2,80% nel primo giorno di vita di questa obbligazione al 5% fisso per i primi 3 anni e poi tassi variabili
Ora, per il sottoscrittore della prima ora del bond CDP dicembre 2029 il debutto del titolo sul MOT è stato a dir poco coi fiocchi. Nel solo 1° giorno di contrattazioni l’obbligazione ha sfiorato il 3% di rialzo, considerato che ha segnato un prezzo massimo a 102,99. Solo in chiusura i corsi hanno “ripiegato” a 102,80, per un +2,80% di rialzo in una sola seduta. Pretendere di fare meglio era quasi impossibile.
Il prezzo si è mantenuto stabile anche nella giornata di martedì 5, oscillando nel range 102,53-102,90 centesimi.
Se per esempio in questi giorni un risparmiatore riuscisse a vendere il bond a 103 porterebbe a casa in pochissimo tempo ben due terzi della cedola annua lorda.
A cosa è dovuto questo trend dei prezzi? La risposta sta nelle normali dinamiche dei rendimenti di mercato. L’emittente ha delineato il bond un paio di mesi fa quando le condizioni di mercato erano mediamente sfavorevoli per chi emetteva debito. Per avere un’idea, ai primi di ottobre il mercato chiedeva il 5% sul BTP decennale.
Poi è successo che da metà ottobre a oggi i rendimenti sono progressivamente crollati, con i corsi dei titoli in risalita. Pertanto al suo debutto di lunedì 4 questo bond risultava “disallineato” tra i rendimenti vigenti al tempo dell’emissione e quelli correnti. Cos’altro poteva fare il mercato se non allinearli a quelli attuali?
Ecco perché sui mercati finanziari, e in tema di investimenti in generale, più dei soldi o la fortuna servono invece solide strategie operative.