Volete sapere come funziona il cashback? Ve lo dice l’Agenzia delle Entrate con un esempio diretto. Quello della famosa app di pagamenti Satispay. I rimborsi dalla App sono uno sconto diretto, cioè tradizionale, che quindi non è tassato. Ma il rimborso del cashback è davvero esente da imposte? Vediamo di capirlo bene, perché è una cosa importante per parecchi risparmiatori.
Precisiamo innanzitutto che non tutte le formule di cashback sono esenti da imposte. Lo sconto di Satispay, abbiamo detto, è diretto. Quindi lo è. Ma uno sconto differito, applicato in un secondo momento, dopo la spesa, va in dichiarazione dei redditi. Un esempio pratico? Tutte quelle piattaforme che aspettano che un utente raggiunga una certa soglia di acquisti prima di accreditare il dovuto. Perché questa tipologia di somme di denaro, come rimborso indiretto, possono essere viste come “redditi diversi”.
Ma il rimborso del cashback è davvero esente da imposte?
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La buona notizia è che entrambi i tipi di cashback governativi, quello normale e quello definito super, non saranno tassati. Però questa è solo l’intenzione. Non c’è ancora niente di scritto, quindi di certo. L’esenzione fiscale degli scontrini è invece certa. Lo dice il DL 124/2019. Per quella del cashback bisognerà aspettare la legge apposita, o comunque collegata.
Un’altra cosa su cui bisogna attendere ulteriore chiarezza sono gli strumenti elettronici che saranno oggetto del beneficio del cashback. Sicuramente tutti i sistemi di pagamento elettronico. Ma per i bonifici ancora non si sa niente. Attendiamo. C’è una motivazione per questo limbo, ovviamente. Il bonifico immediato è già tracciabile dal 1° luglio. E fa beneficiare imprese e professionisti del 30% di credito d’imposta sulle commissioni. il cashback vale solo per il negozio, ricordatevelo. l’e-commerce è escluso (una fesseria tutta italiana, diciamolo chiaramente).
Volete partecipare al cashback di Stato? Dovete scaricare l’app Io (e scommettiamo che nessuno brontolerà sulla privacy, a differenza di Immuni? Ci sono di mezzo i soldi. Della privacy non fregherà a nessuno). App che però è accessibile con lo SPID. Cioè l’identità digitale pubblica. Che hanno in tanti (11,35 milioni di italiani), ma non tutti. E se questa iniziativa di “restituzione di denaro” statale vuole funzionare, lo SPID dovranno averlo almeno il triplo delle persone, se non di più.