La settimana scorsa è uscito nelle sale italiane un film che ha destato l’attenzione di molti appassionati cinefili. Già candidato agli Oscar come miglior film straniero, questo film della regista tunisina Khaouter Ben Hania sta avendo un discreto successo e una notevole risonanza per i temi attuali che tratta. Il film è stato girato in arabo, francese e inglese e accanto ad attori esordienti vede attori celeberrimi, come Monica Bellucci.
Oggi parleremo di questo film così complesso, vedremo perché L’uomo che vendette la sua pelle è un’incredibile opera d’arte che tutti dovrebbero vedere al cinema.
Un ritratto grottesco del mondo dell’arte contemporanea
Indice dei contenuti
The man who sold his skin, questo è il titolo originale di questa produzione internazionale dalle molte ambizioni e qualche difetto. Il film parla di Sam, un uomo siriano costretto a lasciare il Paese per evitare la prigione e innamorato della bella Abeer, che però sta per sposarsi con un ricco uomo potente.
Nell’incerto contesto della Siria del 2011 Sam lascia illegalmente il paese e si rifugia in Libano, cercando invano di ottenere un visto per l’Europa, con la speranza di una vita migliore e di poter riabbracciare Abeer che nel frattempo si è trasferita in Belgio.
La soluzione all’impasse esistenziale di Sam arriva quando incontra, per caso, un importante artista belga che gli propone di vendergli letteralmente la schiena. Vuole tatuargli un visto Schengen sul dorso ed esporlo nei musei di tutto il Mondo, offrendogli in cambio un visto vero. L’artista vuole rendere il corpo senza valore che nessuno vuole del rifugiato Sam un’opera d’arte, quotata milioni di euro sul mercato e desiderata da molti.
L’uomo che vendette la sua pelle è un’incredibile opera d’arte che tutti dovrebbero vedere al cinema
Sam accetterà l’insolita proposta e partirà alla volta di Bruxelles, poco consapevole di quello cui sta andando incontro. Questo è l’incipit assurdo (che tanto assurdo non è perché il film trae ispirazione da un fatto vero) di un film complesso e stratificato. Affronta molti temi attuali come le assurde contraddizioni del mercato dell’arte, le strumentalizzazioni dei rifugiati e e la mercificazione dei corpi in quest’epoca di tardo capitalismo.
Il film possiede molteplici piani di lettura, che si compenetrano in una narrazione organica ed efficace. Il tono è grottesco e tragicomico: si tratta di un film che non teme di non rispettare il politicamente corretto ma che osa dove molti autori non oserebbero.
Consigliamo la visione di questo film così esteticamente potente al cinema, luogo ideale per gustarne ogni aspetto.
Approfondimento
Questo film disponibile gratis è perfetto per un weekend in famiglia all’insegna della comicità.