Lo stratosferico rendimento del 9% annuo di una obbligazione mondiale

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L’inflazione continua a mordere e la BCE per contrastare questa febbre adotta per l’economia dell’Unione monetaria europea una cura da cavallo. Nella riunione di settembre la Banca centrale europea ha aumentato i tassi di interesse dello 0,75%. Un incremento record che segue quello precedente dello 0,50%. Dopo anni di tassi a zero, adesso in Europa il costo del denaro in qualche mese è schizzato all’1,25%. Con questo aumento schizzeranno in alto anche i rendimenti delle obbligazioni e saranno penalizzati i prezzi dei bond a tasso fisso.

La BCE aumenta i tassi di interesse e anche i rendimenti salgono

Ovviamente l’aumento del costo del denaro avrà ripercussioni su tutto il mercato monetario. Le obbligazioni a tasso fisso scenderanno ulteriormente di prezzo, mentre saliranno i rendimenti dei titoli di Stato a tasso variabile come BOT e CCT. Inevitabile anche l’aumento degli interessi sui conti di deposito e probabilmente anche le Poste saranno costrette e rivedere ancora i rendimenti dei Buoni fruttiferi.

Queste sono buone notizie per un risparmiatore che ha una ragione in più per non lasciare i soldi sul conto corrente per collocarli su strumenti più redditizi. I titoli di Stato sono senza dubbio una valida alternativa. Ma l’investitore non deve scordare che ci sono anche obbligazioni non governative altrettanto sicure di un nostro titolo governativo e con rendimenti più interessanti.

Lo stratosferico rendimento del 9% annuo di una obbligazione mondiale

Per esempio la World bank ha emesso lo scorso anno un green bond. La Banca mondiale è una istituzione finanziaria internazionale che si prefigge l’obiettivo di sostenere le popolazioni degli stati in difficoltà economica. Per finanziarsi emette dei bond e lo scorso anno ha emesso una obbligazione quinquennale. I capitali ricavati da questo titolo finanzieranno progetti a favore dell’ambiente.

Il green bond (Isin: XS2288098457) ha una durata di 5 anni e verrà rimborsato a gennaio del 2026. Il titolo distribuisce una cedola annua fissa molto interessante, pari al 4,25%. Il bond è quotato anche alla Borsa di Milano, quindi qualunque investitore può comprare agevolmente questo titolo in pochissimi minuti e rivenderlo in qualsiasi momento prima della scadenza.

L’aspetto più interessante di questa obbligazione è il rendimento. Al momento dell’analisi il bond di World bank quota alla Borsa di Milano 85 centesimi. Chi lo acquistasse a questo prezzo e lo conservasse fino alla scadenza, otterrebbe un rendimento medio annuo del 9,4% lordo, l’8,8% netto. Per capire quanto questo rendimento sia interessante basta confrontarlo con quello di un BTP che scade nello stesso periodo. Il BTP con scadenza nel febbraio del 2026 (Isin: IT0005419848), al momento dell’analisi ha un prezzo di 92,5 centesimi. Questo valore e la cedola dello 0,5% annuo, portano il rendimento di questo titolo al 2,5% netto annuo, se tenuto fino alla scadenza.

Il segreto di una crescita così elevata

Ma perché il bond green della Banca mondiale rende così tanto? Per capire il perché dello stratosferico rendimento del 9%, occorre sapere che questo bond è in valuta estera, in particolare in peso messicani. Quindi sul rendimento finale oltre al valore intrinseco del titolo, pesa anche la variabile cambio euro/peso. Negli ultimi due anni la valuta messicana si è rivalutata contro l’euro. Quindi un risparmiatore che avesse fatto un investimento in euro nel bond avrebbe anche guadagnato dal cambio. Ma non è detto che il rafforzamento del peso sull’euro possa continuare.

Quindi, chi volesse acquistare questo o altri bond in valuta prenda sempre in considerazione la variabile cambio. Chi volesse puntare su titoli nostrani, i nostri titoli di Stato sono altrettanto interessanti. In particolare un BTP non ha nulla da invidiare al bond della Banca Mondiale. Infatti questo Buono del Tesoro poliennale ha un rendimento molto vicino al green bond che abbiamo appena analizzato. Uno strumento perfetto per contrastare l’inflazione che ha raggiunto oramai quasi il 9% in Europa.

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