Lo Stato pende dalle labbra delle banche

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Il Centro studi di Unimpresa ha messo a nudo una amara verità: lo Stato pende dalle labbra delle banche. Infatti sale vertiginosamente la dipendenza dello Stato dagli istituti di credito. Quest’ultime hanno sottoscritto, ad oggi, debito pubblico per 372 miliardi di euro. Gli effetti della pandemia hanno fatto crescere il potere degli istituti bancari.

In effetti a inizio 2020 il debito pubblico sottoscritto era di 315 miliardi, in 10 mesi le banche si ritrovano un 18% in più.

Il settore bancario ha fatto incetta di Bot e BTP, infatti questi strumenti finanziari pesano per l’11% nei bilanci. Con il trascorrere dei mesi le banche hanno aumentato la quota di titoli di Stato italiani permettendo liquidità al Ministero durante la pandemia da Covid-19.

Istituti di credito in aiuto dello Stato

Le banche, hanno anche venduto 281 miliardi di loro obbligazioni a fronte di quasi 400 miliardi di titoli pubblici in portafoglio.

Alla luce di ciò, le banche hanno dato una mano importante durante questo arco di tempo di emergenza sanitaria. Tuttavia, ci sono evidenti e preoccupanti squilibri.

Giuseppe Spadafora, vice presidente Unimpresa, non riesce in questo momento a calcolare gli effetti di medio-lungo periodo, sull’economia reale, sul risparmio. Il comportamento delle banche viene messo in dubbio. In effetti gli istituti bancari comprano nel momento stesso in cui sottoscrivono quote aggiuntive di debito pubblico, con la scusa di sostenere le esigenze di liquidità del Tesoro.

Le banche, così, hanno un potere contrattuale con lo Stato molto  rilevante.

Le banche hanno emesso obbligazioni

Gli istituti di credito hanno emesso obbligazioni per 281,8 miliardi. 35,9 miliardi corrispondono a bond subordinati ovvero la categoria a rischio in caso di risoluzioni e salvataggi bancari. Le famiglie sono la categoria più a rischio per eventuali effetti dell’applicazione delle regole europee sulle risoluzioni bancarie. Le banche, nel contempo, mantengono una linea molto prudente. Infatti, con un periodo così lungo di incertezza, non vale la pena fare mosse azzardate. Intanto però, lo Stato pende dalle labbra delle banche. E non è poco…

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