A gennaio molte famiglie prenderanno al posto del reddito di cittadinanza, l’assegno di inclusione. E naturalmente non parliamo di chi già ad agosto dirà addio al reddito di cittadinanza per passare al sostegno alla formazione e al lavoro. Parliamo di famiglie che al loro interno hanno soggetti over 60, minori o con invalidità. Sono famiglie che il Governo ha deciso di salvaguardare dalla cessazione ufficiale del sussidio a fine 2023.
Una salvaguardia che si chiama proprio assegno di inclusione. Struttura e meccanismo del sussidio dovrebbero essere i medesimi del precedente. Ciò che cambiano sono gli importi, perché cambiano quelle che si chiamano tecnicamente, scale di equivalenza.
Lo sai quanto prenderai di meno di reddito di cittadinanza passando all’assegno di inclusione? Ecco la verità e i calcoli da fare
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L’assegno di inclusione non spetterà alle famiglie che al loro interno hanno tutti soggetti di età compresa tra i 18 ed i 59 anni e senza invalidi. Per loro ecco comparire una misura che avrà 350 euro al mese di sussidio e percorsi di riqualificazione lavorativa e professionale da seguire. Perché i soggetti sopra citati sono i cosiddetti attivabili al lavoro, oppure occupabili in senso stretto.
Se la famiglia invece è composta solo da over 60, minori e invalidi, allora diventa una verità incontrovertibile il fatto che tra reddito di cittadinanza e assegno di inclusione cambierà poco. Perché il sussidio sarà sempre da 500 euro al single, con l’aggiunta eventuale di 280 euro come rimborso delle spese di affitto. ma solo per chi vive in una casa con un contratto di locazione regolarmente registrato. E per due adulti over 60 la scala di equivalenza sarà sempre 1,4, trasformando i 500 euro per il single, in 700 euro al mese per la coppia (500 euro moltiplicati per 1,4).
Anche l’assegno di inclusione non sarà neutro da tagli rispetto al reddito di cittadinanza
Diverso il caso di famiglie composte sia da soggetti occupabili, che da fragili. Perché è in questo caso che si evincono le maggiori differenze di importo tra i due sussidi. Calcoli e conteggi che sembrano complicati ma che alla fine sono abbastanza intuitivi. Ecco alcuni esempi che chiariranno meglio la situazione. Oggi una ragazza madre con un figlio minore, prende di sussidio (senza affitto), 7.200 euro annui, cioè 600 euro al mese. Con il reddito di cittadinanza infatti la scala di equivalenza è 1,2. E resterà tale il sussidio, a meno che il figlio della donna non diventi maggiorenne. A quel punto con l’assegno di inclusione dal calcolo della scala di equivalenza sparirà il figlio.
Esempi di calcolo
La donna prenderà 500 euro al mese come fosse single (scala di equivalenza 1). Ma solo se la donna ha oltre 60 anni di età o è invalida. Altrimenti niente assegno di inclusione. Una famiglia composta da tre persone, di cui solo uno over 60 (si pensi a famiglie con marito 61 anni, moglie 58 e figlio 20 anni), prenderà 500 euro al mese di assegno di inclusione.
Perché per la nuova misura vale solo il soggetto over 60. Oggi con il reddito di cittadinanza questa famiglia arriva a prendere, se non ha altri redditi, 800 euro al mese (scala 1,6). La perdita maggiore si manifesterà per famiglie con 4 adulti di cui solo uno over 60 e pure invalido. Questa famiglia con il reddito di cittadinanza percepisce oggi 1.100 euro al mese. Con l’assegno di inclusione, considerando fragile solo l’invalido over 60 ed occupabili gli altri 3 (soggetti sotto i 60 anni di età e maggiorenni), il sussidio passerà a 500 euro al mese. I calcoli sono effettuati in base alle notizie di oggi, in attesa che vengano confermate con il varo ufficiale dell’assegno di inclusione.