La contribuzione figurativa è perfettamente valida sia per maturare il diritto alla pensione che per il calcolo del trattamento pensionistico. Per esempio i contributi figurativi della NASPI o di qualsiasi indennità per disoccupati precedente la stessa NASPI, sono utili alla misura e al diritto del trattamento.
Lo stesso per tutti gli altri contributi figurativi, da quelli di malattia a quelli da cassa integrazione, da quelli di maternità a quelli per il servizio militare. Alcune misure però hanno dei vincoli che pochi conoscono e che possono causare la perdita del diritto alla pensione anticipata.
Lo sai che troppe malattie o disoccupazione ti fanno perdere la pensione?
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I contributi figurativi sono quei contributi che l’INPS accredita gratis al lavoratore durante dei periodi di mancata occupazione. C’è il servizio militare, ci sono le maternità e come dicevamo ci sono i periodi coperti da ammortizzatori sociali quali la cassa integrazione, la disoccupazione o la malattia. Contributi validi per chi deve raggiungere la giusta carriera per uscire dal lavoro. E validi pure per il calcolo della pensione spettante. Ma a volte troppi figurativi, oltre ad incidere negativamente sul calcolo della pensione, fanno perdere il diritto al trattamento.
La regole dei 35 anni di contributi effettivi, ecco quando si applica
Questo è il caso delle pensioni distaccate dai limiti di età che prendono il nome di pensioni anticipate ordinarie e di Quota 41 per i precoci. Lo sai che troppe malattie o disoccupazione, ti escludono dalla pensione anche se hai completato la contribuzione per la Quota 41 o per la pensione anticipata. Questo è il pericolo che corrono molti contribuenti che nel loro estratto conto previdenziale hanno troppi figurativi.
Oltre ad essere contributi che per importo sono inferiori a quelli accreditati mentre si lavora (e nel sistema contributivo le cifre contano), generando una pensione più bassa, a volte finisce anche peggio. Sia per la pensione anticipata ordinaria che per quota 41 precoci, 35 anni di contributi devono essere per forza effettivi. Significa che per completare questi 35 anni non vanno considerati i contributi da malattia e da disoccupazione. Quindi, dei 42,10 anni per gli uomini e 41,10 per le donne, o dei 41 per tutti con la misura per i precoci, chi non matura 35 anni effettivi perde il diritto ai trattamenti e deve restare al lavoro più a lungo.