Le cause di questa malattia non sono ancora note. I fattori che incidono sulla sua comparsa sono diversi. Può contribuire un trauma fisico o psichico, uno scompenso ormonale o fattori genetici. Anche se non si tratta di artrosi o artrite, è il reumatologo il medico di riferimento che stabilisce come comportarsi di fronte a stanchezza, stordimento e dolori diffusi che peggiorano la qualità della vita.
Gli esami del sangue e le visite approfondite possono rivelare questa patologia per cui non sono presenti anticorpi che garantiscano la difesa dell’organismo. Gli esami sugli anticorpi si affiancano a emocromo, funzionalità della tiroide, VES e PCR, per capire la provenienza dei dolori cronici. Anche l’analisi riguardante la situazione psicologica del paziente è fondamentale. La vita peggiora da tutti i punti di vista. Potrebbe essere difficile continuare a lavorare, rispettare gli impegni famigliari, avere rapporti sociali.
Disattenzioni e rimedi
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L’Italia si colora di viola il 12 maggio, perché numerosi comuni hanno aderito alla campagna di sensibilizzazione per la fibromialgia grazie alla giornata mondiale appositamente organizzata. Luoghi pubblici ed edifici si coloreranno con le luci al led.
Considerato immaginario fino a poco tempo fa, pian piano si sta imparando a conoscere questo male, soprattutto a causa del numero di persone che ne soffrono. In Italia si tratterebbe del 5% della popolazione, per la maggior parte sono donne. Persone che vivrebbero una condizione di sofferenza nel totale silenzio delle Istituzioni, a causa della mancanza di un intervento legislativo. Non è stata ancora inserita nei LEA, cioè i livelli essenziali di assistenza, e si discute sulla possibilità che venga concessa l’esenzione dalle spese mediche per chi è affetto dalla patologia.
Tutto dovrebbe cambiare a breve, visto il disegno di Legge per il riconoscimento dell’invalidità.
L’Italia si colora di viola per questa malattia autoimmune che ha 100 sintomi e che presto verrà riconosciuta come invalidante
Gli obiettivi sono quelli di creare un registro nazionale per monitorare l’andamento dei casi e studiare le statistiche. Ma anche indire corsi di formazione per il personale sanitario, promuovere la ricerca e istituire ambulatori e centri specializzati in cui dare assistenza ai malati. Per loro, la possibilità di ricorrere al telelavoro sarebbe un aiuto non indifferente, che restituirebbe un minimo di autonomia.
Sono 100 i sintomi elencati nel libro “Prigionieri della Fibromialgia”, in cui chi soffre, o ha sofferto di questa patologia, può riconoscersi e scoprire le reazioni dell’organismo. Sul sito della Fondazione Veronesi ne possiamo trovare diversi elencati, a dimostrazione di come questa patologia possa colpire le persone in modi molto differenti.
I cosiddetti “tenders point”, cioè i punti in cui il dolore si manifesta, possono essere muscoli, ossa o tendini. L’assenza di lesioni e la presenza di fattori psicologici può rendere molto complicato il lavoro diagnostico da parte dei medici.
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