Sarà stato un caso o una fatalità. Certamente il modo migliore per salutare Tito Stagno, il giornalista che il 20 luglio 1969 commentò in tv il primo allunaggio dell’uomo. Il cronista è scomparso all’età di 92 anni. Nella stessa giornata di ieri il Ministero della Difesa comunica il lancio del secondo satellite della costellazione Cosmo-SkyMed nello spazio lanciato dalla base di Cape Carneval Air Force Station negli Stati Uniti in Florida.
L’Italia nello spazio con il secondo satellite Cosmo SkyMed nel giorno in cui muore Tito Stagno
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Il satellite riuscirà a «misurare l’impatto dei cambiamenti climatici, monitorare la gestione delle risorse naturali da parte dell’uomo, come ad esempio l’eccesso di sfruttamento agricolo e dell’allevamento di bestiame, misurando l’urbanizzazione, rifiuti abusivi e la gestione delle risorse idriche». Ancora fonti ministeriali comunicano che «i dati radar di COSMO-SkyMed consentono di ottimizzare la classificazione dei terreni e il monitoraggio delle colture durante il ciclo di crescita, al fine di ottimizzare I raccolti, e di osservare monumenti, edifici storici o aree archeologiche studiandone i cambiamenti nel tempo».
L’Italia in volo
L’operazione è finanziata dall’Agenzia Spaziale Italiana con fondi assegnati dal Ministero dell’Università e della Ricerca e dal Ministero della Difesa. Si tratta di una chicca italiana con l’impegno di «Leonardo e le sue joint venture Thales Alenia Space e Telespazio e con il contributo di un numero significativo di piccole e medie imprese».
Tito Stagno
È spontanea l’assonanza e la coincidenza tra la morte di Tito Stagno e l’Italia nello spazio con il secondo satellite Cosmo-SkyMed. Come a voler lanciare un saluto, un fiore fresco sicuramente graditissimo all’uomo che nel 1969 disse «ha toccato». La carriera di Tito Stagno in Rai è segnata anche dalla copertura dei viaggi di Kennedy, dei Papi Giovanni XXIII e Paolo VI. Poi dei Presidenti della Repubblica Segni e Saragat e per 18 anni la conduzione della Domenica sportiva.
Si è anche detto che l’allunaggio non fosse reale. Ma in quella sera di vero c’è indubbiamente la certezza di aver vissuto un sogno. Un sogno che ci rendeva ancora più protagonisti di quel boom economico che stava vivendo l’Italia… al punto da farci toccare la Luna.