L’ISEE è gratis o a pagamento? Ecco quando i CAF possono chiederti 25 euro

L'ISEE è gratis o a pagamento? Ecco quando i CAF possono chiederti 25 euro

Gennaio è il mese in cui le famiglie cominciano a redigere l’ISEE, il documento che serve a ottenere bonus e agevolazioni di vario tipo. Non sempre, però, il lavoro svolto dai CAF è completamente gratuito.

L’Inps, lo Stato e i Centri per l’Assistenza Fiscale (i CAF) hanno un accordo che permette agli italiani di ottenere l’ISEE senza dover pagare per il servizio. Questo perché se le famiglie hanno bisogno dell’ISEE per ottenere sconti, bonus e agevolazioni per i figli a carico, chiedere loro di spendere denaro sarebbe un controsenso. Le cose però sono cambiate dal 2023. Inoltre, non sempre è chiara l’obbligatorietà o meno di questo documento.

Fare l’ISEE è obbligatorio?

Abbiamo detto che le normative vigenti permettono alle famiglie di recarsi ai CAF per produrre l’ISEE, il documento che serve a fare una fotografia della situazione economica del nucleo. A differenza della classica dichiarazione dei redditi, nell’ISEE sono contenute informazioni più specifiche che esulano dalle mere entrate prodotte da ogni componente.

Far elaborare il documento non è obbligatorio di per sé, ma serve a ottenere l’Assegno Unico e numerosi altri bonus, quindi tutte le famiglie che li desiderano ricevere hanno interesse a produrlo. Non esiste però solamente l’opzione di recarsi ai CAF. Infatti l’Istituto di Previdenza ha messo a disposizione della cittadinanza lo strumento digitale. Accedendo al portale tramite le credenziali elettroniche è possibile sfruttare sia il servizio di simulazione sia quello di produzione di ISEE precompilato.

Il documento, ad ogni modo, vale fino al 31 dicembre di ogni anno, quindi a partire dal 1 gennaio dell’anno successivo bisogna produrre la versione aggiornata. Oltre all’ISEE ordinario, esistono anche altre versioni: l’ISEE corrente, quello Universitario, quello Socio Sanitario e Socio Sanitario residenze e infine quello per Minorenni.

  • l’ISEE corrente serve a dimostrare che nell’anno in corso sussistono situazioni economiche e familiari molto diverse rispetto agli anni precedenti. Se ad esempio un componente del nucleo ha perso il lavoro o c’è stata una riduzione drastica delle entrate, la versione aggiornata consente di ottenere, ad esempio, Assegno Unico più alto oppure l’esenzione del pagamento della TARI o altri sussidi come l’ADI.
  • l’ISEE Università serve agli studenti per accedere alle prestazioni per il Diritto allo Studio.
  • ISEE Socio Sanitario e Socio Sanitario residenze sono utili a chi deve accedere a prestazioni come l’assistenza a domicilio e per calcolare correttamente la situazione economica di chi, pur avendo figli o parenti, non può permettersi le spese del ricovero in strutture come le RSA.
  • Si ritiene infine necessario redigere l’ISEE Minorenni quando i genitori non sono né sposati né conviventi. Si va a stabilire con maggiore precisione quanto incida l’Indicatore economico del genitore non convivente nel nucleo del minore.

Quando si può fare l’ISEE gratis e quando, invece, può costare anche fino a 25 euro

L’accordo tra Stato, INPS e CAF permette a tutti i cittadini di ottenere l’ISEE in modo completamente gratuito, proprio per le motivazioni citate sopra. Ma nel 2013 il Governo ha introdotto una nuova norma che permette ai Centri di Assistenza Fiscale di chiedere un compenso.

L’elaborazione dell’ISEE rimane gratuita per tutti coloro che presentano la richiesta per la prima volta. È gratis anche se durante il corso dell’anno cambia il nucleo familiare, ad esempio se nascono dei figli. Si può chiedere gratuitamente anche la copia di un ISEE degli anni passati.

Se però il richiedente ha commesso degli errori, le cose cambiano. Può capitare ad esempio di fornire documentazione non aggiornata, oppure omettere dei documenti, o non dichiarare l’acquisto/vendita di un immobile. Quando il richiedente si presenta per redigere una rettifica, allora l’ISEE diventa a pagamento. Il Centro per l’Assistenza Fiscale può chiedere un compenso: pur non esistendo un tariffario stabilito a livello nazionale, in genere si può spendere una cifra che varia dai 20 ai 25 euro.

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