L’incedere del tempo è inesorabile per tutti e per tutto. È un evento naturale e trasversale che colpisce tanto la carta d’identità, quanto le stagioni o i singoli eventi della vita. Il discorso non muta di una virgola con riferimento al nostro organismo. Dalla pelle ai denti, dai capelli agli organi, dalla resistenza muscolare al metabolismo, tutto muta nel tempo. Non fa eccezione il cervello, che con gli anni perde in termini di peso, volume ed elasticità di pensiero. È il classico fenomeno dell’atrofia cerebrale, il cui iter in alcuni casi è accelerato. Secondo un recente studio, infatti, chi soffre di diabete ha un declino cognitivo maggiore rispetto a quello medio patito dai coetanei sani.
Sintetizziamo i passaggi chiave della ricerca. Anticipiamo solo che l’invecchiamento del cervello arriverebbe prima per chi soffre di questi eccessi nel sangue.
Lo studio sul declino cognitivo condotto sui pazienti affetti da diabete
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I ricercatori hanno condotto lo studio su una popolazione di 20mila pazienti, di cui solo mille erano affetti dalla malattia. I restanti 19mila pazienti costituivano il c.d. gruppo di controllo. Statisticamente parlando si è trattato di un campione di ragguardevole entità.
Le età e le caratteristiche socio demografiche dei due gruppi erano abbastanza similari. A condurre i lavori è stata la dottoressa Lilianne Mujica-Parodi, presso la Stony Brook University, un Ateneo di New York.
I ricercatori hanno esaminato i pazienti attraverso una composita batteria di test cognitivi differenti. I risultati cui sono giunti non hanno lasciato molto spazio alla libera interpretazione. Il 5% del campione, ossia i diabetici, hanno evidenziato una performance mediamente inferiore tra l’8 e il 13% rispetto ai non diabetici.
Un’altra conseguenza del diabete si è avuta in termini di volume del cervello. Infatti la perdita maggiore si è riscontata tra chi aveva un eccesso di zuccheri nel sangue rispetto ai pazienti sani. Una evidenza empirica che testimonia indirettamente il maggior grado di invecchiamento del cervello degli uni verso gli altri.
L’invecchiamento del cervello arriverebbe prima per chi soffre di questi eccessi nel sangue, parola di scienza
Tra gli addetti ai lavori si è trattato di un’altra conferma a quelle che erano già delle conclusioni condivise. Il diabete danneggia i neuroni del cervello e, per questa via, contribuisce negativamente al declino cognitivo. Detta diversamente, la malattia incide sul trend naturale, accelerandolo. Contributo che si fa sentire in proporzione diretta sia al grado che alla durata temporale della malattia.
Oltretutto, sostengono gli esperti, lo squilibrio di zuccheri nel sangue è causa di invecchiamento accelerato anche per altri organi come reni e cuore.
Come sempre la parola d’ordine non può che essere prevenzione. Termine che ne contiene molti altri al suo interno, principalmente riassumibili in quello di alimentazione sana ed equilibrata. Altrettanto importante è la pratica di una regolare attività fisica (scegliendo tra correre o camminare, per esempio) e l’evitare di fumare.
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