L’insonnia è un problema che accomuna un gran numero di persone. Questa si traduce non sono nella difficoltà ad addormentarsi, ma anche nella difficoltà ad avere un normale corso del sonno. Per questo si è sviluppata una vera e propria industria di prodotti volti a eliminare i sintomi o le cause di questo problema. Spesso, le cause sono di origine psicologica, ma non solo. L’insonnia e l’irrequietezza a letto potrebbero essere tratti ereditari secondo un recente studio pubblicato su “Nature Genetics”.
La ricerca apre nuove prospettive
La ricerca in questione avrebbe coinvolto un team di scienziati internazionali, guidato da Danielle Posthuma e da Eus Van Someren, della Vrije Universiteit di Amsterdam. Il loro obiettivo era stabilire se ci fosse una componente genetica nella predisposizione all’insonnia e in altri disturbi motori presenti durante il sonno. Per questo, i ricercatori hanno analizzato un campione davvero molto ampio: circa 113.000 persone. Il risultato ha portato all’individuazione di 7 geni coinvolti nell’insonnia. Secondo molti si tratta di un primo passo verso una comprensione più profonda di questo problema. Questa ricerca, infatti, potrebbe aprire nuove prospettive che riguardano i mezzi di cura su questo problema.
L’insonnia e l’irrequietezza a letto potrebbero essere tratti ereditari secondo un recente studio
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Uno dei geni identificato dal team di ricercatori si chiama Meis1, già considerato come una possibile causa di altri due disturbi del sonno. Si tratta dei movimenti periodici degli arti inferiori e della sindrome delle gambe senza riposo.
Con il primo s’intende un movimento costante di questa parte del corpo, con il secondo un continuo succedersi di sensazioni. Entrambi pregiudicano la qualità del sonno. Infatti, nel caso delle gambe senza riposo, varie sensazioni come prurito, bruciore o fastidio spingono la persona a svegliarsi per la necessità di muoverle.
I ricercatori avrebbero anche scoperto una forte sovrapposizione genetica con altri disturbi, quali ansia, nevrosi e depressione. Tutte possibili concause, ben conosciute, dell’insonnia.
Centro dello studio erano persone sopra i 50 anni, che avrebbero avuto risultati diversi in base al proprio genere. Infatti, il 33% donne soffrirebbe di insonnia, a fronte del 24% degli uomini.
Anche i bisogni diversi riguardo alle ore di sonno potrebbero avere una base genetica. Infatti, tra gli esaminati c’erano persone che si accontentavano di appena quattro ore di sonno a notte e chi invece aveva bisogno di accumularne almeno 10.
Insomma, si deve fare ancora molta strada per comprendere al meglio l’insonnia. Resta però il fatto che il problema non sarebbe unicamente psicologico, ma probabilmente anche genetico. Su questa base potrebbero svolgersi studi più approfonditi per arrivare a una terapia genica.
Nel frattempo, contro l’insonnia e per dormire meglio la risposta potrebbe essere questo piccolo stratagemma.