L’INPS versa contributi gratis quando non si lavora anche in questi casi che non tutti conoscono

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Alcune circostanze di vita impediscono al lavoratore di prestare il proprio servizio da dipendente presso l’azienda nella quale ha impiego. In questi casi la vigente normativa assicura alcune tutele che hanno delle cadute positive sul piano previdenziale. Un esempio è l’accredito di contributi utili ai fini pensionistici che si accumulano anche quando effettivamente si è assenti dal lavoro. L’INPS versa contributi gratis quando non si lavora anche in questi casi che non tutti conoscono e di seguito li esploriamo .

Quali sono le agevolazioni sul conto assicurativo per raggiungere presto la pensione

Il genitore lavoratore sa bene quanto spesso sia difficile conciliare gli impegni lavorativi con la vita familiare. Tale difficoltà si palesa in particolare quando il proprio figlio necessita di cure o assistenza specifica. Per far fronte a simili esigenze, come sappiamo, durante il periodo della pandemia il Governo ha attivato diverse misure di sostegno alla gestione familiare.

Andando oltre i casi di eccezione, esistono delle tutele che il genitore lavoratore dipendente può vantare per assistere o curare il proprio figlio. Un esempio interessa proprio il versamento dei contributi figurativi durante l’assenza dal lavoro. Abbiamo parlato di una indennità INPS di circa 50.000 euro per alcuni casi di assistenza. Oggi invece esaminiamo quelle situazioni che determinano la malattia e assistenza del figlio.

L’INPS versa contributi gratis quando non si lavora anche in questi casi che non tutti conoscono

Esistono diverse circostanze che determinano l’assegnazione gratuita dei contributi quando non si lavora. Un elenco completo lo abbiamo fornito nell’articolo “I 7 casi in cui l’INPS accredita i contributi gratis i contributi per la pensione”.

Nel caso di genitori l’articolo 49 del D. Lgs. n. 151/2001 consente loro di astenersi dal lavoro in caso di malattia del figlio. L’astensione vale per figli fino a 8 anni e si circoscrive al periodo di malattia dell’interessato, inoltre deve essere alternata. Il limite temporale non si pone se il figlio ha età inferiore a 3 anni. Nel caso in cui il figlio abbia età tra i 3 e gli 8 anni, allora il congedo può durare al massimo 5 giorni lavorativi per ogni genitore lavoratore. Anche nei casi di adozione si può fruire del congedo per periodi differenti in base all’età del minore.

Altra situazione in cui è possibile ricevere l’accredito dei contributi figurativi sul conto assicurativo la stabilisce l’articolo 39 del suddetto Decreto. Riguarda i permessi per allattamento nel primo anno di vita del figlio. Essi variano da una a due ore al giorno in base al contratto. Tali permessi possono estendersi al padre nel caso in cui risulti affidatario del piccolo. Nel caso di lavoratori a cui si applica il sistema contributivo, l’agevolazione è ancora più rilevante. In questo caso le assenze per assistenza o educazione di ciascun figlio entro il 6° anno di età possono coprire fino a 170 giorni. I giorni diventano 195 qualora si tratti di figlio con handicap riconosciuto ai sensi della Legge 104/1992. In simili circostanze ricordiamo che nell’arco della carriera lavorativa non su può superare il limite di ventiquattro mesi.

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