In alcuni casi l’Istituto di Previdenza Sociale può agire un recupero delle prestazioni previdenziali laddove si presenti una indebita o illegittima assegnazione. Tale misura, definita come ripetizione dell’indebito, potrebbe ricadere anche sugli eredi. È quanto stabilisce una sentenza della Corte di Cassazione nella quale si chiariscono alcuni aspetti che interessano la ripetizione dell’indebito. In circostanze simili l’INPS toglierà i soldi a queste pensioni chiedendo la restituzione dei pagamenti e di seguito illustriamo meglio di cosa si tratta.
Il caso sul quale si è espressa la Cassazione
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Esistono casi in cui è possibile salvarsi dai debiti del defunto. Altri in cui l’omissione di alcuni obblighi fiscali o tributari può ricadere anche sugli eredi. Immaginiamo il caso in cui la condotta del defunto pensionato abbia determinato l’erogazione di quote di pensione indebite rispetto a quanto effettivamente spettante. Quali azioni potrebbe muovere l’INPS per recuperare i crediti? Secondo quanto ha dichiarato la Cassazione la ripetizione dell’indebito, come azione di recupero, in questi casi potrebbe coinvolgere anche gli eredi che hanno accettato l’eredità. In sostanza, se il de cuius ha maturato una posizione debitoria nei riguardi dell’INPS, la restituzione potrebbe spettare ai successori se si presentano determinate circostanze. Questo è quanto stabilisce l’ordinanza della Corte di Cassazione n. 17997/2021.
L’INPS toglierà i soldi a queste pensioni chiedendo la restituzione dei pagamenti
Se il defunto ha omesso circostanze che incidono sul diritto o sulla misura della pensione, anche l’erede titolare di reversibilità potrebbe pagarne le conseguenze. Quest’ultimo avrebbe il dovere di restituire l’indebito maturato sulla propria quota di pensione. Nel caso in questione, l’INPS ha chiesto la restituzione dell’indebito alla vedova di un pensionato che aveva omesso fatti e circostanze rilevanti il diritto alla pensione. Accettando l’eredità e la reversibilità della pensione del de cuius, la Cassazione ha ritenuto legittima la ripetizione dell’indebito da parte dell’INPS verso il superstite.
Ciò perché non era possibile applicare la sanatoria che prevedono le Leggi n. 662/1996 e n. 448/2001 in quanto i fatti interessavano annualità differenti. A giudizio degli Ermellini se il dante causa ha commesso dolo omissivo, l’INPS può richiedere gli indebiti pagamenti anche all’erede che ne risponde. Ricordiamo che tale ripetizione dell’indebito, come stabilisce la vigente normativa, si applica nei limiti previsti dalla prescrizione decennale.
Dunque, una omissione dei dati o una condotta punibile dalla legge, potrebbe determinare delle spiacevoli conseguenze sui percettori di trattamenti previdenziali o assistenziali. A tal proposito, abbiamo illustrato una imminente scadenza che molti pensionati dovranno rispettare nell’articolo: “L’INPS revocherà i pagamenti delle pensioni a chi non presenta questo documento entro settembre”.
Approfondimento
La pensione di reversibilità INPS si dimezza se si verificano tali condizioni