Tra i più importanti vantaggi che la Legge 104 per i disabili offre, ci sono i permessi retribuiti. Per i parenti degli invalidi che prestano assistenza, ci sono quindi le assenze dal lavoro senza danni alla retribuzione. Un altro vantaggio invece è quello fornito, agli stessi caregivers, per il tramite del cosiddetto congedo straordinario. Proprio come previsto dalla Legge 104 del 5 febbraio 1992, oltre ai permessi c’è anche il congedo straordinario. E questo istituto altro non è che un periodo di assenza retribuita dal lavoro per i lavoratori dipendenti che assistano familiari con grave invalidità. Spesso però queste assenze dal lavoro, lasciano strascichi nei confronti dei lavoratori che li sfruttano. Non incideranno sullo stipendio, che resta coperto al 100% durante le assenze, ma potrebbero impattare negativamente sulla pensione futura.
L’INPS taglierà la pensione ai parenti degli invalidi che sfruttano i permessi della Legge 104 o il congedo straordinario
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Che siano 3 giorni di congedo al mese o che sia l’assenza prevista dal congedo straordinario, oltre alla retribuzione al lavoratore spettano i contributi. In altri termini, durante i permessi retribuiti il lavoratore ha diritto alla contribuzione figurativa. Si tratta di accrediti INPS che valgono, come si dice tecnicamente, sia per il diritto che per la misura.
La contribuzione figurativa infatti vale per la maturazione dei requisiti per la stragrande maggioranza delle misure pensionistiche e vale anche per il calcolo dell’importo della pensione. Sui figurativi occorre fare attenzione sempre, perché alcune misure hanno dei limiti. Per esempio la pensione anticipata ordinaria che si centra con 42 anni e 10 mesi di contributi, fissa a 35 anni la contribuzione effettiva. In altri termini, per i soli contributi figurativi da disoccupazione o malattia la pensione anticipata li ammette tutti purché non incidano sul limite minimo dei 35 anni. Lo stesso vale per la Quota 41, misura di pensionamento anticipato senza limiti di età che riguarda anche chi assiste un parente disabile.
Quando le assenze per assistere un disabile sono nocive per la pensione
Non si perde stipendio e non si perdono contributi quindi sfruttando le assenze previste dalla Legge 104 per i caregivers. Ma questa affermazione, anche se come logica può essere considerata giusta, non è sempre applicabile. Infatti in determinati casi il congedo straordinario rischia di penalizzare la pensione futura di questi lavoratori. Il congedo straordinario per chi ha familiari invalidi gravi da assistere può estendersi fino a 2 anni. Sono 24 mesi di assenza retribuita e coperta da contribuzione figurativa. Ma è il calcolo dei contributi previdenziali che finiranno nel montante totale del lavoratore a mettere a rischio l’assegno futuro.
Ci sono dei limiti contributivi per il congedo straordinario di 2 anni, che minano la pensione. Per i due anni di congedo straordinario vigono dei limiti retributivi e quindi anche contributivi. Infatti, durante i 2 anni di assenza, il lavoratore non dovrebbe poter percepire più di 48.737 euro tutto compreso, cioè tra retribuzione e contribuzione. Essendo il 33% l’aliquota contributiva prevista dalla normativa oggi vigente, il massimo di contribuzione figurativa accreditata per ciascun anno sarà pari a 12.092 euro. Appare evidente che se il caregivers ha uno stipendio più alto l’INPS taglierà la pensione ai parenti del disabile che si assentano dal lavoro con il congedo straordinario.
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