Molti lavoratori che aspirano ad uscire dal mondo del lavoro ed accedere alla pensione di vecchiaia, potrebbero non rientrare tra i possibili beneficiari del trattamento. La ragione risiede nelle condizioni minime che consentono l’accesso alla pensione di vecchiaia all’età di 67 anni. Qualora il lavoratore non dovesse rispondere ai presupposti formali, l’INPS ritarderà il pagamento delle pensioni di 4 anni senza questo importante requisito che analizziamo. Di seguito spieghiamo meglio di cosa si tratta e come essere adeguatamente informati circa la propria posizione previdenziale.
Quando arriva effettivamente la pensione di vecchiaia?
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In base a quanto attualmente prevede la normativa previdenziale, esistono diverse soluzioni per andare in pensione quando si raggiungono i 67 anni. Tale età, come soglia per l’accesso alla pensione di vecchiaia, è stata fissata dal D.M. del 5 novembre 2019. Poiché, dai dati ISTAT, l’adeguamento della speranza di vita non ha subito variazioni, l’età minima ha ricevuto conferma anche per il biennio 2021-22. Questo significa che l’età di 67 anni soddisfa il requisito anagrafico per accedere alla pensione di vecchiaia.
Certamente abbiamo visto in precedenza che esistono anche soluzioni per andare in pensione già a 63 anni. Allo stesso modo, è possibile in taluni casi ricevere la pensione anche senza avere contributi INPS lavorativi. Chi invece possiede un certo montante contributivo ed ha raggiunto il 67° anno di età, in quali casi potrebbe vedersi negato il diritto all’assegno?
L’INPS ritarderà il pagamento delle pensioni di 4 anni senza questo importante requisito
Esistono situazioni in cui l’INPS non assegna la pensione di vecchiaia a 67 anni, ma ritarda il collocamento in quiescenza al 71° anno di età. Secondo quanto prevede la normativa, la pensione di vecchiaia arriva con un montante contributivo minimo di 20 anni. Questo significa che per accedere al trattamento si devono avere almeno 20 anni di contributi e 67 di età. Tutto qui?
In realtà queste due regole valgono solo per chi rientra interamente nel sistema di calcolo retributivo della pensione. Ulteriori vincoli scattano se l’aspirante pensionato rientra nel sistema di calcolo contributivo puro. In questo caso la pensione di vecchiaia potrebbe arrivare a 71 anni se l’assegno non supera di 1,5 volte l’assegno sociale INPS. In sostanza, laddove l’assegno di pensione non risulti superiore a 690 euro circa, il collocamento in quiescenza potrebbe slittare di ben 4 anni più avanti. Ciò significa che sono tre i requisiti fondamentali per accedere alla pensione di vecchiaia con il sistema contributivo. Al compimento del 71° anno di età, invece, non si tiene più conto del terzo requisito.
A quel punto si può percepire una pensione anche di importo inferiore rispetto al ricalcolo che si opera sull’assegno sociale. Attenzione dunque a verificare questa terza e imprescindibile condizione per capire quando effettivamente si potrà accedere alla pensione di vecchiaia.