L’INPS ha aggiornato la lista delle malattie rare per le quali riconosce, ai pazienti, dei benefici economici. Un elenco decisamente lungo, che racchiude un po’ tutti gli apparati colpiti da patologie. Con tanto di tabelle delle percentuali di invalidità che saranno applicate. Dall’apparato circolatorio a quello respiratorio, da quello digerente a quello urinario, dall’endocrino all’osteoarticolare e locomotore, sono elencate tutte le malattie con i criteri per la valutazione. Non solo. Ci sono anche quelle dell’apparato neurologico, psichico, uditivo e vestibolare, visivo e fisiognomico, stomatognatico e fonatorio, riproduttivo maschile e femminile. Così come patologie congenite o malformative, malattie rare e reumatiche, patologie neoplastiche ed ematologiche. E ci sono anche le patologie dermatologiche.
Sono tante le malattie elencate dall’INPS per le quali potremmo avere diritto a una indennità
Indice dei contenuti
Per ogni categoria, vengono individuate le singole patologie, come si può leggere dal documento ufficiale dell’INPS. Ad esempio, ci sono i disturbi del comportamento alimentare, l’obesità (nell’apparato endocrino), la patologia gastroenterica, il ritmo cardiaco, l’artrosi. Il che non vuol dire che, automaticamente, chi dovesse soffrire di queste malattie avrà una indennità. Ma che potrebbe farsi visitare per capire se la gravità o meno della patologia possa dare diritto a un pagamento mensile fisso. Un modo, insomma, per integrare lo stipendio, come, magari, facciamo con comodi lavori online.
Insomma, val la pena leggere questo lungo elenco per capire se ritroviamo qualche nostra patologia e fare la domanda. Ad esempio, l’INPS riconosce subito l’assegno di 290 euro al mese a chi rientra in una delle patologie dermatologiche previste dall’ente. Di una di queste malattie, in Italia, soffrono oltre 35mila persone, delle quali ben 8mila sono i casi più gravi. Si tratta della dermatite atopica cronica.
L’INPS riconosce subito l’assegno di 290 euro al mese per questa malattia di cui tanti soffrono e non è l’unica sorpresa
Che si dice atopica proprio perché non è localizzata in un solo punto, ma potrebbe manifestarsi ovunque. Costringendo le persone a una vita spesso invalidante. Ad esempio, non potendo vestire determinati indumenti, perché provocano arrossamento e prurito. O costringendo a lavarsi con detergenti specifici, sempre per non creare reazioni allergiche. Nei casi più gravi, provocherebbe anche ansia, problemi ad avere una vita sociale e anche lavorativi. Minando, ad esempio, la possibilità di concentrazione. Insomma, sono tra i motivi per i quali l’INPS potrebbe intervenire, a fronte di una capacità lavorativa ridotta.
Non tutti i casi sono uguali e l’INPS può arrivare a riconoscere percentuali che possono arrivare anche fino al 100% (pensiona di inabilità). In particolare, per aver diritto all’assegno di 290 euro, dovrebbero riconoscerci una percentuale che supera il 74% (pensione di invalidità). Non solo. Una volta che ci sarà riconosciuta la patologia, avremo diritto anche a dei permessi lavorativi, a esenzioni ticket e benefici fiscali.
Occorre farsi rilasciare, dal proprio medico curante, un apposito certificato medico che testimoni la dermatite atopica cronica. A questo punto, dovremo chiedere il riconoscimento direttamente sul sito dell’INPS nella sezione “Invalidità civile: invio domanda di riconoscimento dei requisiti sanitari”. Se sarà tutto ok, ci verranno comunicati il luogo e l’ora della visita medica da parte dell’INPS.
Lettura consigliata