Avere una malattia invalidante vuol dire spesso riscontrare delle difficoltà in numerosi ambiti di vita. Esistono diverse forme di tutela che attualmente lo Stato garantisce in forma sanitaria, economica, assistenziale o previdenziale. I trattamenti economici seguono quanto disciplina la Legge n. 118 del 30 marzo 1971 e prevedono l’erogazione di un assegno mensile al titolare del diritto. Le Tabelle Ministeriali individuano diverse patologie alle quali si riconosce l’indennizzo. Queste riguardano i diversi apparati e sistemi dell’organismo e il livello di compromissione che causano. Di seguito approfondiamo i casi in cui si accerti un’alta percentuale di invalidità per malattie che colpiscono il sistema nervoso o il cervello in generale. L’INPS riconosce subito la pensione di invalidità a queste 5 malattie che colpiscono in diverse età.
Quali campanelli d’allarme individuare
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Avere a cuore la salute del proprio sistema nervoso è fondamentale. Tale importanza assume ancora più valore se si pensa all’incidenza epidemiologica che malattie come la demenza stanno avendo negli ultimi anni. Il World Alzheimer Report 2020 stima che nel prossimo trentennio i casi di demenza potrebbero triplicarsi nella popolazione. In ambito neuropsicologico esistono diversi test che possono fornire degli indicatori sullo stato di salute del sistema nervoso. Ci sono strategie che possono attestare ad esempio che il cervello sta rallentando e perde colpi in chi sbaglia a leggere alcune comuni parole.
A preoccupare, tuttavia, non sono solo le demenze. Come ha dimostrato un recente studio scientifico, infatti, cervello e neuroni stanno andando in corto circuito in chi nota specifici cambiamenti nel corpo. I dati che emergono dalle varie fonti mostrano come possano essere diverse e parimenti invalidanti alcune malattie che colpiscono il sistema nervoso in generale. Ebbene, alcune di queste garantiscono il diritto alla pensione di invalidità INPS in determinate circostanze.
L’INPS riconosce subito la pensione di invalidità a queste 5 malattie che colpiscono in diverse età
La pensione di invalidità consiste nell’erogazione di un assegno mensile al beneficiario. Esso è pari a 287,09 euro mensili per invalidi civili parziali, ossia soggetti con invalidità compresa tra il 74% e il 99%. Nel caso di invalidi civili totali, invece, l’ammontare della quota è pari a 651,51 euro per 13 mensilità nel 2021. Il diritto si acquisisce nella misura in cui si rientri in un determinato limite di reddito che periodicamente va dichiarato all’INPS.
Nel caso delle malattie psichiche che interessano il sistema nervoso, alcune possono ottenere il riconoscimento dell’invalidità totale in base alle Tabelle Ministeriali. Le patologie per la quali è possibile ottenere una invalidità totale, cioè pari al 100%, sono la demenza grave o l’insufficienza mentale grave. Mentre la prima descrive una forma acquisita di alterazione, la seconda interessa uno sviluppo parziale delle capacità psichiche. A queste si aggiungono altre patologie che possono ottenere fino al 100% di invalidità. Si tratta della sindrome delirante cronica grave o la sindrome schizofrenica cronica grave con delirio, autismo o profonda disorganizzazione della vita. L’INPS assegna l’invalidità totale anche al disturbo ciclotimico con crisi o forme croniche gravi che necessitano di continua terapia. Tutte queste differenti patologie possono essere totalmente invalidanti e colpire a differenti età il soggetto.
Approfondimento
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