Arrivare alla pensione è sempre molto faticoso. Soprattutto perchè la maggior parte delle misure richiede un certo numero di anni di contributi versati. E lo è in modo particolare per le donne visto che quasi sempre sacrificano la carriera per la cura familiare. Un gap di genere che, come dimostrano anche i rapporti annuali, penalizza le lavoratrici sia nel diritto che nell’importo del trattamento. L’assegno pensionistico, infatti, viene determinato da diversi fattori.
Ma in primis influisce soprattutto quello contributivo. Se si ha una carriera spezzettata, discontinua o con retribuzioni molto basse, difficilmente si avrà diritto ad un assegno di pensione molto alto. E difficilmente si riuscirà ad anticipare l’uscita dal mondo del lavoro prima del compimento dei 67 anni. Anche perchè molti scelgono di lavorare di più per avere diritto ad un trattamento maggiore. Ma per le donne che scelgono di educare i figli, gratuitamente l’INPS riconosce fino a 170 giorni di contributi.
La tutela delle lavoratrici madri
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Anche se non è sufficiente la Legge tutela le lavoratrici madri. Esistono, infatti, diverse agevolazioni che permettono alla donna di non perdere contribuzione. Il congedo obbligatorio di maternità, ad esempio. Che sospende il lavoro della donna per 5 mesi in prossimità del parto. Riconoscendo al tempo stesso contribuzione figurativa e indennità di maternità. La donna che lavora, poi, può fruire anche del congedo facoltativo, retribuito al 30%, e per spetta contribuzione piena. Per un massimo di 6 mesi e fino al compimento del sesto anno del bambino.
Esistono, poi, delle misure previdenziali che riconoscono agevolazioni alle mamme. Con la Legge Dini, e solo per chi ricade nel sistema contributivo puro, alle mamme sono riconosciuti contributi figurativi. 4 mesi per ogni figlio fino ad un massimo di 12 mesi. Anche l’APE sociale permette alle donne di avere uno sconto contributivo di un anno per ogni figlio. In questo caso lo sconto massimo è di 24 mesi.
L’INPS riconosce fino a 170 giorni di contributi figurativi gratis a queste lavoratrici
Quello che non tutti sanno, però, è che l’articolo 1, comma 40 della Legge 335 del 1995 riconosce alle mamme altra contribuzione figurativa. Che può essere sommata anche ai benefici fino ad ora menzionati. Per le donne che si assentano dal lavoro per la cura e l’educazione dei figli sono riconosciuti fino a 170 giorni di contributi figurativi. Per ogni figlio fino al sesto anno di età.
Se la necessità, invece, è riferita a figli portatori di handicap in situazione di gravità ai sensi delle Legge 104, il beneficio è maggiore. Oltre al totale di 170 giorni spettano altri 25 giorni di assenza per ogni anno con copertura figurativa. Il limite massimo complessivo riconosciuto per ogni lavoratrice, in ogni caso, non può eccedere i 24 mesi. Anche questa agevolazione, essendo prevista dalla Legge Dini, spetta soltanto alle lavoratrici che ricadono interamente nel sistema contributivo.
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