Per molti pensionati ricevere ogni mese l’assegno di pensione ed alcuni sussidi economici è fondamentale per andare avanti e sostenere le spese. C’è chi percepisce importi talmente contenuti che anche una lieve variazione sui pagamenti potrebbe procurare non poche difficoltà. Peggio ancora sarebbe perdere il sussidio se l’INPS dovesse riscontrare alcuni mancati aggiornamenti che talvolta si trascurano. Alcune prestazioni previdenziali o assistenziali di tipo integrativo sono associate al reddito del contribuente che le riceve. Per questa ragione l’Istituto di Previdenza Sociale richiede determinate dichiarazioni con cadenza annuale. Laddove si dovessero riscontrare delle mancanze, l’INPS revocherà definitivamente i pagamenti delle pensioni a chi non regolarizza questi documenti entro 60 giorni. Vediamo di seguito di cosa si tratta e quando scade il nuovo termine.
Quali sussidi economici si possono aggiungere all’assegno
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La situazione previdenziale nel nostro Paese presenta uno scenario estremamente complesso e articolato. In molte famiglie il contributo economico che un percettore di pensione può offrire rappresenta una fonte importante di sostentamento. In alcuni casi, è possibile aumentare il cedolino mensile di pensione grazie a delle agevolazioni che non tutti conoscono. Difatti molti pensionati hanno diritto al supplemento su determinate pensioni INPS e spesso lo ignorano. Se l’importo della pensione non è sufficiente a coprire tutte le spese, il pensionato può presentare domanda di integrazione all’INPS. Lo abbiamo spiegato nell’articolo “Oltre all’assegno mensile questi pensionati possono ottenere le integrazioni sulle pensioni e ricevere più soldi”. Se da una parte si rendono evidenti i diritti, dall’altra molti titolari di prestazioni assistenziali o integrative hanno anche dei doveri da assolvere. In questi casi è opportuno ricordare una scadenza importante che cadrà nel breve termine.
L’INPS revocherà definitivamente i pagamenti delle pensioni a chi non regolarizza questi documenti entro 60 giorni
Alcuni titolari di specifici trattamenti collegati ad un limite di reddito, devono presentare annualmente il Modello RED per la verifica dei dati reddituali. L’INPS ha l’obbligo di effettuare una verifica annua sulla situazione reddituale dei pensionati il cui reddito incide sul diritto alle misure assistenziali o previdenziali. Questo è quanto stabilisce l’articolo 13, domma 2, della Legge n. 412 del 30 dicembre 1991.
Si tratta ad esempio dei titolari di prestazioni come l’assegno sociale, l’assegno ordinario di invalidità, pensione di reversibilità, l’assegno per invalidi civili e tanti altri. Questi sono solo alcuni dei trattamenti più conosciuti che prevedono l’obbligo di invio del modello RED. Se il contribuente riceve una prestazione collegata all’ammontare dei redditi posseduti, allora dovrà inviare il modello RED annuo. La nuova campagna INPS ha fissato la scadenza per l’invio del Modello RED 2021 al 28 febbraio 2022 salvo successive proroghe.
Nella generalità dei casi, coloro che non provvedono all’invio dei dati, subiscono una sospensione dell’erogazione dello specifico trattamento per 60 giorni. Laddove non si presenti il Modello RED allo scadere dei 60 giorni, l’INPS può provvedere ad una sospensione definitiva dell’assegno. Per questo motivo, è sempre utile inviare per tempo la dovuta documentazione. Il pensionato può provvedere all’inserimento dei dati in autonomia sul portale INPS, oppure rivolgendosi ad un CAF o patronato.
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