È lecito che l’Inps richieda soldi indietro dopo averli erogati a seguito di prestazioni a vario titolo? Come dovrebbe comportarsi il contribuente in questi casi e cosa potrebbe fare per difendersi? Di seguito vi illustriamo i casi in cui spetta o non spetta la restituzione del denaro all’Inps.
Capita talvolta, ad alcuni contribuenti, di ricevere un avviso nel quale l’Inps invita a restituire del denaro che è stato loro corrisposto per errato calcolo. È lecito che il risparmiatore provveda alla restituzione in questi casi, oppure potrebbe ignorare l’avviso dell’inps e tenere i soldi per sé? A tal scopo, vanno fatte alcune doverose precisazioni di modo che il contribuente possa avere le idee più chiare. Quando l’Inps può chiedere la restituzione dei soldi dopo anni?
Quando il contribuente può tenere i soldi ricevuti in più
Indice dei contenuti
Nel caso in cui la somma ricevuta in più sia ascrivibile ad un errore imputabile all’Inps, allora la quota non deve essere restituita. Questo è quanto stabilisce la Legge n. 412/91, art. 13. Questa norma è applicabile a tutti quelli indebiti che risultano successivi all’anno 2000 e si applica la sanatoria nei casi in cui:
- si presenti un vizio d’errore imputabile all’Istituto;
- i provvedimenti dell’Istituto siano stati comunicati al pensionato;
- le misure siano il risultato di provvedimenti formali e definitivi.
Quando il contribuente deve restituire i soldi?
Il contribuente è chiamato a restituire le quote dovute, invece, nei seguenti casi:
- quando il contribuente, a conoscenza di fatti che hanno delle conseguente sul diritto alla misura percepita, non abbia segnalato l’incongruenza. Pensiamo, ad esempio, ai casi in cui si continui a ricevere l’indennità Naspi dopo aver firmato un contratto di lavoro;
- quando sussiste una indebita percezione a danno dell’ente interessato. Ad esempio, nei casi di falsa invalidità accade quanto viene descritto
Come fa l’Inps a recuperare i crediti
L’Inps può chiedere la restituzione dei soldi dopo anni? Nel caso in cui l’Inps registri delle incongruenze, allora i soldi verranno recuperati dall’Instituto nelle seguenti modalità:
- trattenute sull’assegno mensile di pensione;
- compensazione con i crediti,
- pagamento con rimessa in denaro.
Va ricordato, inoltre, che le procedure di accertamento e recupero crediti sono vincolate da una prescrizione decennale. Questo significa che, allo scadere di 10 anni dal pagamento, l’Inps non potrà più avanzare alcun diritto sulla somma versata in più.