Quando viene a mancare la persona che si ama è un dramma che difficilmente si riesce a superare. Il dolore del lutto determinato dal distacco definitivo è difficilmente superabile. E sarà tanto più forte quando è più profondo il legame che unisce i due coniugi. Ma a questo si deve sommare anche la preoccupazione delle minori entrate economiche. A fronte di spese che, più o meno, risulteranno invariate. Proprio per questo l’INPS riconosce alla vedova o al vedovo una pensione ai superstiti. In questo modo chi sopravvive all’altro potrà continuare a contare su un’entrata certa.
Molto spesso per l’annichilimento provocato dal dolore, la vedova non presenta una richiesta determinante all’INPS. E rischia di perdere un diritto imprescindibile: quello della pensione ai superstiti. Ma niente paura, il trattamento può essere richiesto in qualsiasi momento successivo al decesso. Dando diritto anche agli arretrati. L’INPS pagherà oltre 30.000 euro alla vedova che presenta domanda in ritardo di pensione di reversibilità.
Pensione di reversibilità ed arretrati
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La pensione di reversibilità può essere richiesta anche quando ormai sono trascorsi anni dal decesso del proprio congiunto. Importante è ricordare che gli eventuali arretrati spettano solo per 5 anni. Se si presenta domanda, quindi, dopo che sono decorsi più di 5 anni non si avrà diritto a tutti gli arretrati dal momento del decesso. Ma solo a quelli dei 5 anni precedenti.
Chiarito questo aspetto, quindi, anche se la vedova dimentica di presentare domanda avrà diritto agli arretrati spettanti. Dal mese successivo a quello del decesso del coniuge. E senza bisogno di ISEE.
L’INPS pagherà oltre 30.000 euro alla vedova che presenta questa domanda senza limiti di ISEE
Per avere diritto alla quota intera della reversibilità dell’ex coniuge, la vedova deve avere redditi entro i 20.489,82 euro l’anno. La reversibilità, quindi, spetterà anche a chi già percepisce la pensione di vecchiaia o anticipata. Ma se ancora non si ha diritto non preclude l’accesso ad altri trattamenti.
Facciamo un esempio pratico. Supponiamo che venga a mancare un marito che percepiva una pensione INPS di 850 euro al mese. Se la vedova presenta domanda di pensione di reversibilità dopo 5 anni dal decesso (o anche oltre) l’INPS dovrà pagare anche gli interessi dei 5 anni precedenti. E liquiderà alla vedova la sua quota di 510 euro al mese per i 5 anni addietro in cui non l’ha percepita. La reversibilità viene erogata per 13 mensilità l’anno (6630 euro totali ogni anno).
Per i 5 anni di arretrati, quindi, la vedova riceverà 33.150 euro in un’unica soluzione da parte dell’INPS. E la liquidazione delle somme dovrebbe arrivare il mese successivo a quello di presentazione della domanda. E se il marito deceduto aveva una pensione più alta? Ovviamente anche il calcolo degli arretrati sarà più alto.
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