Quando viene a mancare un marito al dramma del dolore si aggiunge anche quello economico. Perdere la persona amata con cui si è divisa gran parte della propria esistenza è sicuramente devastante. Se a questo di aggiunge la perdita dell’apporto economico che aveva nelle finanze familiare si capisce a pieno la situazione che si vive. Proprio per questo motivo, per il coniuge superstite del pensionato, è prevista la pensione di reversibilità. Ovvero una quota del trattamento percepito dal coniuge al momento del decesso. La prestazione alla vedova spetta a patto che non contragga nuove matrimonio. Ma l’INPS pagherà 15.600 euro alla vedova anche se si sposa, a patto di avere una pensione di 600 euro al mese. E se si sceglie di dimorare all’estero la somma potrebbe essere anche esentasse.
Una tantum alle vedove che si risposano
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La vedova che percepisce la pensione di reversibilità ha una quota pari al 60% del trattamento percepito in vita dal coniuge. Quota che si abbassa all’alzarsi del reddito della vedova e che può essere ridotta anche di molto. Ma mai tagliata del tutto. Anche se ha redditi molto alti, quindi, il superstite continuerà a percepire la pensione di reversibilità per tutta la vita. Anche se percepisce a sua volta una pensione previdenziale dell’INPS.
In un solo caso la pensione di reversibilità viene revocata al coniuge superstite. Nel caso che contragga nuove nozze. Se il coniuge, quindi, decide di convivere con un nuovo partner può conservare il trattamento ai superstiti fino alla morte. Ma anche in caso di nuove nozze la vedova non rimane a bocca asciutta. L’INPS pagherà una somma una tantum commisurata al trattamento percepito.
L’INPS pagherà 15.600 euro alla vedova che si sposa ed ha una pensione di 600 euro
Se al titolare di pensione di reversibilità serve una grossa somma di denaro a disposizione l’idea potrebbe essere quella di un nuovo matrimonio. In questo caso, infatti, l’INPS pagherà una somma pari a 2 anni di trattamento. Ovvero 26 mensilità. E questo, di fatto, significa vedersi liquidare somme che potrebbero essere anche abbastanza corpose.
Facciamo l’esempio della vedova che percepisce un trattamento ai superstiti di 600 euro mensili, 7.800 euro annui. Per liquidare le 26 mensilità spettanti in caso di nuove nozze l’INPS pagherà una somma pari a 15.600 euro. In un’unica soluzione. Ma l’esempio fatto prevede una pensione di reversibilità di importo medio/basso.
Con l’alzarsi dell’importo mensile, infatti, sale anche l’importo dell’una tantum. Che sarà di 26.000 euro, ad esempio, per una pensione mensile di 1.000 euro. O di 39.000 euro per una trattamento mensile di 1.500 euro.
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